Recensione: My Sextortion Diary
di Olivia Popp
- Nel suo secondo lungometraggio, Patricia Franquesa guarda alla propria storia di vittima di estorsione sessuale e al suo tentativo di riprendere il controllo della propria narrazione

"La sextortion è la forma più diffusa di abuso di immagini intime che la Revenge Porn Helpline ha visto nel 2022", si legge nell'incipit di My Sextortion Diary di Patricia Franquesa, presentato in anteprima mondiale al Concorso Documentari del SXSW. In un'ottica sovversiva rispetto all'ossessione contemporanea dei media per la cronaca nera e i documentari sul lato oscuro della natura umana, la regista spagnola riprende il controllo della propria storia di vittima di ricatto sessuale. Utilizzando un approccio personale piuttosto che investigativo, ricopre anche tutti i ruoli principali: è sceneggiatrice, regista, direttrice della fotografia, montatrice e produttrice del suo film. Grazie alla forza della sua impostazione e ai tentativi di incuriosire piuttosto che di sensazionalizzare, la mancanza di materiale visivo sostanziale del film è compensata dal mordente dei suoi brevi 64 minuti di durata.
Franquesa – indicata nel film con il nickname Pati – arriva a Madrid, dove il suo ex la invita per un pranzo, ma il suo computer portatile viene rubato al bar. Ben presto riceve un'e-mail che la informa che il suo portatile è stato violato e che le sue foto di nudo saranno usate come ricatto contro di lei, a meno che non paghi 2.400 dollari entro la scadenza fissata dall'hacker. Rendendosi conto di essere vittima di un classico schema di sextortion, e visto che la polizia non è di alcun aiuto, Pati deve decidere come procedere mentre l'hacker diventa sempre più aggressivo. Il principale elemento meta del film è che Pati inizia anche a lavorare a un documentario sul suo caso di sextortion in corso, dal titolo provvisorio altrettanto evocativo "Digital Vagina", che finisce per diventare My Sextortion Diary.
Il nuovo film di Franquesa è un'opera audace e altamente personale di autoarchiviazione, che si presenta nella forma di un collage autoetnografico. L’autrice lavora a ritroso per ricostruire gli eventi principalmente attraverso filmati telefonici preesistenti ripresi nella sua vita quotidiana. Questi includono chat ricostruite tra Pati e i suoi amici, nonché sequenze text-to-speech di e-mail di ricatto tradotte dallo spagnolo e lette in inglese, con il sound design di Laia Casanovas.
Poiché la polizia non riesce a fermare l'hacker (e in un caso un agente arriva a molestare Pati chiedendole di scattare foto di lui e di sua moglie nudi), Pati si riappropria della sua narrazione. Tuttavia, non ci sono quasi filmati attivi di Pati, se non video catturati dallo schermo in cui conduce rapide ricerche su Internet, con pochi atti pratici di documentazione sul momento. Uno schermo nero funge da base dell'inquadratura del film, a cui vengono sovrapposti i video verticali del telefono e le foto. Sebbene si tratti di una dimostrazione formale inventiva, la maggior parte del film è composta da voci fuori campo su ciò che potrebbe essere letto semplicemente come un b-roll. Purtroppo, questa scelta smorza gran parte del potere affettivo della storia sulla soppressione della sessualità femminile, lasciando lo spettatore entro i confini dello spazio digitale, anche quando gli effetti sono di più ampia portata.
All'inizio del film, Franquesa richiama l'attenzione sull'allarmante frequenza dei casi di sextortion, di cui non è possibile conoscere il numero esatto a causa della mancanza di segnalazioni. La sua missione, in parte, è quella di far luce su questo fenomeno, che può essere un'esperienza estremamente spaventosa e vergognosa per le vittime. In questo obiettivo, Franquesa trionfa nel riappropriarsi della sua narrazione, inserendo persino versioni censurate delle sue foto intime all'interno del film, in un rifiuto foucaultiano della disciplina sociale del corpo.
My Sextortion Diary è una produzione della spagnola Gadea Films, con la britannica Taskovski Films alle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.