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SALONICCO DOCUMENTARI 2024

Recensione: Il Vangelo secondo Ciretta

di 

- Attraverso la storia di un giovane artista senzatetto, Caroline von der Tann racconta la Napoli vittima della recente gentrificazione e le iniziative di solidarietà per gli emarginati

Recensione: Il Vangelo secondo Ciretta

C’era una volta nel centro storico di Napoli, in Vico Pazzariello, il Teatrino di Perzechella. E c’erano O’ Capitano e Perzechella, ovvero Angelo Picone e Giuseppina Andelora, attivisti dell’accoglienza e della solidarietà; anime delle associazioni culturali, luoghi di canti, balli, letture, poesie e buona cucina; ideatori del “panaro solidale”, il cestino calato dal balcone con il cibo per chi non può permettersi nemmo il pane: “Chi ha, metta. Chi non ha, prenda”. Con Il Vangelo secondo Ciretta, nella sezione Open Horizons del 26mo Festival di Documentari di Salonicco, l’esperta documentarista tedesca residente a Napoli Caroline von der Tann ha testimoniato gli ultimi mesi prima che Perzechella venisse sfrattata dai proprietari della storica fabbrica di cioccolata da lei trasformata in teatro.  Sfrattata per far posto ad una casa vacanze, come sta succedendo a migliaia di abitanti del centro storico dopo la pandemia da covid.

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Il documentario di von der Tann non si concentra sulla coppia ma su un “ospite” permanente del teatrino: il Ciretta del titolo. Che si chiama in realtà Ciro Granada, ha una ventina d’anni e il dono di una voce eccezionale, si è prostituito per le strade di Napoli e ora fa lo street performer. Lo vediamo girovagare per il quartiere San Giuseppe, a pochi passi dall’Università Federico II, vendendo accendini e cantando rime baciate freestyle.  La sera Ciro dorme in un sacco a pelo sul pavimento del teatrino assieme a Angelo Giordano, un anziano senzatetto che parla come un colto gentiluomo. Ciro è irresistibile. Un abile persuasore ed un affabulatore nato. In un documentario “classico” solitamente viene chiesto ai protagonisti di ignorare la camera che li riprende. Lui guarda dritto nell’obiettivo e interagisce come se stesse registrano un video per un social media (una didascalia alla fine riferisce che Ciro è diventato una star di TikTok). Questa peculiarità rende certamente il film una testimonianza fresca e attuale di una realtà sociale nella capitale mondiale dell’improvvisazione, della teatralità e della poesia, oltre che della pizza. Ogni tentazione folclorica viene spazzata via dall’assoluta franchezza e autenticità di ciò che stiamo vedendo. Che sarebbe una rappresentazione senza mediazione del disagio e dell’emarginazione in una grande città europea nel XXI secolo vittima della gentrificazione e il conseguente dispositivo di risposta solidale, disinteressata e incondizionata, attraverso gli strumenti della cultura e dell’arte. Sono stati tagliati i fondi del Comune per sostenere l’associazione? Perzechella riattiva le cucine dell’antico laboratorio e fa il cioccolato a forma di pizza, di Maschio Angioino o di Piazza del Plebiscito, da vendere per strada a Natale.

Ci sono tre cose che Ciro ama sopra ogni altra cosa. La prima è Perzechella/Giuseppina, che lo ha tolto dalla strada e lo ha accolto (“con il numero 78 della smorfia: la prostituta”, sottolinea il giovane). Poi c’è Napoli, le cui strade dai muri (ancora per poco) fatiscenti lo hanno adottato.  E infine la Madonna dell’Addolorata. Ciro è devoto di una devozione assoluta, iperbolica e ostentata. Da perfetto peccatore. Tutti i soldi che raccoglie servono per organizzare una processione in cui far “danzare” dolcemente la statua della Madonna al ritmo delle nacchere e che possa fare invidia ai “vicini” dei Quartieri Spagnoli. Sulla porta della bottega di Tiziana, che lo aiuta ad addobbare la statua del Cristo deposto, c’è una scritta che farebbe godere Philip K. Dick e Sigmund Freud: “Si riparano ricordi”. Ha spiegato Angelo, il Capitano, in una intervista: “Il monumento più importante di Napoli è la gente. Oggi assistiamo a una vera e propria desertificazione culturale e artistica, se scompare il popolo, Napoli non sarà più la stessa“.

Il Vangelo secondo Ciretta è coprodotto dall’italiana Parallelo 41 con la tedesca Lucky Bird Pictures. La canadese Syndicado Film Sales si occupa delle vendite.

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