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LES ARCS 2023

Recensione: Jupiter

di 

- Benjamin Pfohl sorprende con un'opera prima accattivante e sapientemente diretta su una ragazza che viene portata dai genitori in una comunità molto inquietante

Recensione: Jupiter
Mariella Aumann, Andreas Döhler e Laura Tonke in Jupiter

"Dovreste dare a Lea la possibilità di condurre una vita normale e felice". È normale vedere un'adolescente indecisa tra lo stile di vita dei genitori e un naturale desiderio di emancipazione, ma quando la famiglia si trova a navigare anche in un ambiente post-apocalittico e settario, un dilemma come questo assume una forma particolarmente significativa, se non addirittura vitale. È questo il caso di Jupiter [+leggi anche:
intervista: Benjamin Pfohl
scheda film
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, sorprendente ed emozionante lungometraggio d'esordio del regista tedesco Benjamin Pfohl, presentato a Zurigo e ora proiettato nella sezione Playtime del 15mo Les Arcs Film Festival.

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"Questo pianeta era un ecosistema perfettamente armonioso e ora siamo testimoni di ogni tipo di rigetto: uragani, inondazioni, incendi incontrollabili... Stiamo sciogliendo i suoi poli, riscaldando la sua aria e distruggendo l'atmosfera che lo protegge. Questo mondo non ci sopporta più". Molti di noi sarebbero d'accordo con queste affermazioni; non ci vuole un esperto per interpretare le prove tangibili a nostra disposizione della crisi climatica su larga scala, che è anche incredibilmente ben documentata scientificamente. Ma credere che gli esseri umani provengano da Giove e che la Terra sia una semplice colonia è un po' azzardato, per non dire altro. Eppure così la pensano i genitori (Laura Tonke e Andreas Döhler) dell'adolescente Lea (Mariella Aumann) e del suo giovane fratello autistico Paul (Henry Kofahl).

Come sono arrivati a questo punto? Il film esplora il loro percorso attraverso un flashback ben orchestrato, mentre, nel presente, inizia un misterioso conto alla rovescia e la famiglia parte per quello che sembra un weekend in una remota comunità rurale: un gruppo affiatato ed estatico guidato da un guru carismatico (Ulrich Matthes) che si è riunito in occasione del passaggio della cometa Calypso, che si prevede sfiorerà la Terra. Ma mentre Lea – che per l'occasione è stata allontanata da una festa – potrebbe aderire completamente al credo astro-mistico della setta, per non parlare del loro profondo amore per la famiglia, lei è altrettanto legata ai suoi amici, ai suoi studi, all'amore, forse, al suo cellulare e a tutto ciò a cui aspirano le adolescenti. Fino a che punto obbedirà alla doxa adottata dai suoi genitori? E cosa sta succedendo esattamente nel cuore della comunità?

Non è il primo film a esplorare il mondo delle sette (i suoi predecessori vanno da Éblouis [+leggi anche:
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scheda film
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a Midnight Special, solo per citare due approcci molto diversi), ma Benjamin Pfohl e la sua co-sceneggiatrice Silvia Wolkan affrontano il tema da una prospettiva particolarmente intelligente. Ancorando l'anormale in una dimensione incredibilmente normale – una famiglia come tante, che lotta per crescere un figlio autistico e la cui disperazione è inserita nelle più vaste questioni ecologiche della nostra epoca – il film dimostra molto chiaramente come l'(auto)indottrinamento possa prendere piede, nonostante le migliori intenzioni. E la scelta del regista di un’adolescente affettuosa e combattuta tra lealtà contrastanti come testimone principale contribuisce a generare livelli di suspense avvincenti e sempre crescenti, pur mantenendo uno stretto controllo sull'epilogo suggerito dalla storia. Queste qualità si traducono in un film che è davvero una bella sorpresa, nonostante non vanti risorse produttive elevate, e del suo regista non possiamo che attendere con ansia il prossimo lavoro.

Jupiter è prodotto da Dreifilm e coprodotto da ZDF - Das kleine Fernsehspiel, e distribuito in Germania da missingFilms.

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(Tradotto dal francese)

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