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BIF&ST 2024

Recensione: The Great Escaper

di 

- Oliver Parker realizza un film per il grande pubblico sulla memoria della guerra, basato su una sceneggiatura ben stratificata e con due giganti del cinema, Michael Caine e Glenda Jackson

Recensione: The Great Escaper
Michael Caine in The Great Escaper

Un vecchio uomo dal passo incerto affonda il suo bastone nella sabbia bagnata e avanza verso il mare. Sembra solo, poi attorno a lui compaiono altri uomini, con lo stesso sguardo fisso verso l’orizzonte, le stesse decorazioni militari appuntate sulla giacca e le stesse immagini nella testa. Siamo nel 2014, è il 70mo anniversario dello sbarco in Normandia, e tra i tanti veterani di quell’impresa militare – tra coloro che quel 6 giugno del 1944 ce l’hanno fatta e oggi sono ancora qui per raccontarlo – l’uomo con il bastone, che si chiama Bernie Jordan, è diventato una star dei telegiornali, poiché ha compiuto un’altra grande impresa: quella di partire dall’Inghilterra, da solo, a 90 anni e armato unicamente del suo deambulatore, per raggiungere la spiaggia del D-Day, in Francia, e commemorare i compagni caduti. Una “grande fuga” che ha fatto il giro del mondo e che ha proiettato Bernie su tutte le prime pagine dei quotidiani.

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Ispirato a una storia vera, The Great Escaper di Oliver Parker ricostruisce il viaggio incontro ai suoi fantasmi di questo vecchio soldato della Seconda guerra mondiale in preda ai sensi di colpa legati al suo ruolo nel conflitto. Racconta allo stesso tempo la straordinaria storia d’amore tra lui e René, sua moglie, cominciata giusto settant’anni prima, sotto i bombardamenti: uno di quei sentimenti profondi che, dopo i traumi della guerra, sono i soli a tenerti veramente in vita. Ed è proprio la complicità della sua vecchia e tenace consorte, che rimane ad aspettare il ritorno di Bernie nella casa di cura che ospita entrambi, ad essere determinante per la riuscita di questa sua nuova “missione” in Normandia.

Visto al Bif&st di Bari tra le Anteprime internazionali, The Great Escaper è un film per il grande pubblico che poggia su una sceneggiatura, scritta da William Ivory, ben stratificata e non retorica, ma che soprattutto si affida a una coppia di interpreti eccezionali, due giganti del cinema come Michael Caine e Glenda Jackson (nei panni di Bernie e René), che incantano, stupiscono e commuovono. L'ultima volta che avevano lavorato insieme era stato quasi 50 anni fa, in Una romantica donna inglese, e questa rimarrà l’ultima apparizione sul grande schermo per lei (scomparsa lo scorso giugno) e probabilmente anche per lui, oggi 91 anni, che dopo questo film ha annunciato il ritiro definitivo dalle scene. Parker li ritrae con empatia, inquadrandoli in splendidi primi piani che colgono tutte le espressioni e le pieghe del loro volto.

I loro personaggi li vediamo anche da giovani tramite alcuni flashback, incarnati da Will Fletcher e Laura Marcus, quando erano belli, appassionati e spaventati dalle bombe. Gli stessi flashback ricompongono pian piano il puzzle del trauma vissuto da Bernie durante lo sbarco e chiariscono il motivo del suo ostinato viaggio settant’anni dopo. “Alcuni possono sopravvivere alla guerra, ma nessuno sopravvive indenne”, dice. Affrontando il disturbo da stress post-traumatico in modo profondamente umano e sotto varie sfumature, Parker e Ivory rielaborano un fatto di cronaca clamoroso e un tema che potrebbe sembrare inflazionato, e trasformano il tutto in un’opera molto toccante e acuta, equilibrata e piena di calore.

The Great Escaper è prodotto nel Regno Unito da Ecosse Films e BBC Film, in coproduzione con la svedese Film i Väst. Le vendite internazionali sono a cura di Pathé; in Italia sarà distribuito a giugno da Lucky Red.

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