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IDFA 2023

Recensione: Echo of You

di 

- L'opera prima di Zara Zerny è un documentario commovente che parla di amore e morte, e lo fa con una bellezza e un'onestà scioccanti

Recensione: Echo of You

Al giorno d'oggi è sempre più difficile trovare film che utilizzino un linguaggio cinematografico semplice ma che trasmettano emozioni forti, toccando temi universali come la morte e l'amore, e che siano privi di orpelli retorici. Senza giri di parole, il primo lungometraggio di Zara Zerny, Echo of You [+leggi anche:
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scheda film
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,  è una di queste rare gemme, e di fatto uno dei migliori documentari della stagione festivaliera di quest'anno.

Il film, presentato in anteprima mondiale nella sezione Luminous dell'IDFA, si concentra su un gruppo di uomini e donne danesi, tutti di età pari o superiore a 80 anni. Non si conoscono tra loro, ma hanno in comune il fatto di aver perso il proprio compagno di vita. Attraverso interviste accorte, ognuno di loro inizia a rivelare i propri pensieri sulla vita di coppia e sui propri cari. I temi toccati sono molteplici: come si sono conosciuti, cosa amavano l'uno dell'altro, le piccole cose della loro vita quotidiana, ma anche gli aspetti più oscuri della loro relazione, tra cui l'infedeltà, le scelte più rischiose e i momenti di difficoltà.

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Ma il documentario di Zerny non è un semplice documentario basato su persone inquadrate dalla camera. Le parole dei protagonisti sono accompagnate da immagini astratte e oniriche e da alcune scene poetiche in cui interagiscono con i loro ricordi, spesso attraverso vecchi video domestici o fotografie proiettate su una parete. Nonostante il numero considerevole di protagonisti (nove in totale), la regia di Zerny e l'attento montaggio di Sofie Steenberger riescono a dedicare a ciascuno di loro il giusto tempo sullo schermo. Impariamo a conoscerli abbastanza bene da individuare - e ricordare per tutto il tempo - il loro background, lo stile di vita che conducono (o conducevano) e i loro partner.

Parlare  per loro è doloroso e catartico. I loro sentimenti e le loro emozioni sono ben visibili sullo schermo e ci colpiscono duramente. Ci sono letteralmente decine di momenti e rivelazioni bellissimi che derivano dalle loro testimonianze, ed è possibile relazionarsi con essi. Per esempio, quando Rene compra dei fiori finisce sempre per pensare al colore che avrebbe scelto sua moglie se fosse stata viva. Quando guarda la TV in salotto, Peter sente ancora la presenza della moglie, come se fosse seduta accanto a lui nella sua poltrona. Quando apre l'armadio di lei, sente ancora il suo profumo.

Inoltre l'intera esperienza di visione è emotivamente rafforzata dal potente paesaggio sonoro, grazie al compositore Viktor Dahl e ai sound designer Teis Syvsig e Bobby Salomon. La fotografia incontaminata di Jacob Sofussen è di una bellezza impressionante, soprattutto quando cattura i volti dei soggetti, le loro case e le loro interazioni con i ricordi. Il suo sguardo è intimo, eppure così rispettoso.

Come un grande direttore d'orchestra, Zerny mette insieme un piccolo capolavoro di saggistica, sfruttando al massimo il potenziale della sua troupe e scegliendo un gruppo di protagonisti che possono insegnarci molto sul dolore e sull'amore attraverso la loro vasta gamma di esperienze. Oltre a questo, il suo approccio narrativo rimane chiaro, lineare e di grande appeal per un vasto pubblico potenziale che abbraccia più generazioni.

La sequenza finale ci dà la sensazione che queste nove vedove e vedovi siano una cosa sola e che, contro ogni previsione, abbiano tutti cercato di portare avanti le loro vite, pur riconoscendo che le loro ferite non potranno mai guarire del tutto.

Echo of You è prodotto dalla danese Manna Film.

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(Tradotto dall'inglese)

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