email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2023 Concorso

Recensione: Perfect Days

di 

- CANNES 2023: Il film di finzione di Wim Wenders al festival è un'ode delicata e sornionamente malinconica alla ricerca della felicità

Recensione: Perfect Days
Koji Yakusho e Arisa Nakano in Perfect Days

Una delle cose migliori che il cinema può fare è farci rallentare e apprezzare il semplice fatto di essere vivi. La portata limitata dell'inquadratura e la capacità del film di dilatare il tempo possono richiamare la nostra attenzione sulle piccole cose che sono lì per noi, di cui godere e meravigliarsi, ma che è così facile ignorare a favore del lavoro, dei progetti futuri o, più spesso, di tutti i modi in cui la realtà viene meno alle nostre speranze e ai nostri desideri. Wim Wenders è un regista che conosce bene il cinema della nostalgia - Paris, Texas (1984) e Le ali del desiderio (1987) restano due esempi tra i più suggestivi - e Perfect Days [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, presentato in Concorso al 76° Festival di Cannes, è un'altra aggiunta a questo canone, anche se relativamente minore. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Uno degli aspetti più originali del film è la sua collocazione all'interno di una realtà riconoscibile ed estremamente contemporanea, dove questo tipo di riflessione esistenziale è solitamente difficile da trovare. Koji Yakusho (l'affascinante protagonista di Cure di Kiyoshi Kurosawa, tra i tanti) interpreta Hirayama, un uomo di mezz’età che lavora alla pulizia dei bagni a Tokyo. Attento al mondo che lo circonda sia nel tempo libero che nel lavoro, Hirayama ne nota sempre le bellezze, sia inaspettate che ricorrenti. In perfetta armonia con l'ambiente che lo circonda, si sveglia ogni giorno al lieve rumore di una vicina che spazza il portico di casa, e segue la stessa routine mattutina con un piacere apparentemente immutato. Quando esce dal suo palazzo per andare al lavoro, guarda il cielo e sorride, con la pioggia o con il sole. Il fatto che i bagni pubblici di cui è responsabile siano tutti situati in zone pittoresche e relativamente moderne - il più bello ha pareti trasparenti che diventano opache quando la porta è chiusa - aiuta certamente. Il direttore della fotografia Franz Lustig - che ha collaborato con Wenders anche per Anselm [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
- realizza immagini armoniose e morbide di Tokyo nel gradevole formato 4:3, con una focale corta che conferisce una profondità palpabile e un'attenzione particolare alle numerose texture che Hirayama incontra. Insieme all'accurato sound design del film e alla performance incarnata di Yakusho, questa strategia visiva crea un'esperienza  avvolgente e coinvolgente per tutti i sensi.

Un incantesimo che purtroppo si spezza ogni volta che Hirayama sale sul suo furgone da lavoro, perfettamente curato e attrezzato, e inizia a suonare una delle sue cassette, cosa che accade molto spesso. Le canzoni sono tutte indiscutibilmente grandiose, ma i gusti di nessuno potrebbero realisticamente essere così insipidi e uniformi. Dagli Animals a Otis Redding e Patti Smith, il film è un jukebox di canzoni classiche americane degli anni '60 e '70 che rendono ancora milioni di persone felici di essere vive, ma che difficilmente si percepiscono come le scelte idiosincratiche di un individuo. Wenders ne sottolinea l'aspetto confortante abbinandole talvolta agli eventi sullo schermo: l'alba ad esempio è accompagnata da House of the Rising Sun e quando si sente Perfect Day di Lou Reed verso la fine, questo utilizzo di un brano iconico per dare enfasi al film ci sembra al tempo stesso inevitabile e sdolcinato.

La vera sfida si presenta quando la nipote di Hirayama si presenta alla sua porta - Hirayama dovrà pur provenire da qualche parte, e i rapporti familiari possono sopravvivere meglio di questo ciclo incessante di avvicinamento e abbandono. Niko (Arisa Nakano) è tutt'altro che un'adolescente turbolenta e si lega veramente allo zio, per la sua musica e persino incuriosita dal suo lavoro. Perché non ha fatto parte della sua vita prima? Se le giornate di Hirayama possono essere davvero perfette solo quando lui è da solo, che ne è di lei? Wenders ci lascia riflettere su questa domanda da soli, con un film in definitiva molto più angoscioso e crudo di quanto non sembri inizialmente. La canzone di Lou Reed parla di una giornata trascorsa con un'amante; la migliore occasione di vita amorosa per Hirayama è la proprietaria di un ristorante (Sayuri Ishikawa) che conosce da anni ma della cui vita non sa praticamente nulla; e lui vuole che rimanga tale.

Perfect Days è prodotto dalle giapponesi Master Mind LTD. e Spoon Inc. e dalla tedesca Wenders Images. The Match Factory si occupa delle vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 25/05/2023: Cannes 2023 - Perfect Days

22 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Wim Wenders, Koji Yakusho, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Min Tanaka
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy