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VENEZIA 2023 Giornate degli Autori

Recensione: Bye Bye Tiberias

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- VENEZIA 2023: Lina Soualem tesse un toccante patchwork documentario sul destino tormentato e resiliente delle donne palestinesi della sua famiglia, tra cui sua madre Hiam Abbass

Recensione: Bye Bye Tiberias
Hiam Abbass e Lina Soualem in Bye Bye Tiberias

"È una storia di luoghi perduti e di ricordi dispersi. La storia della mia bisnonna, di mia nonna, di mia madre e di sua zia, donne che hanno imparato a lasciarsi tutto alle spalle e a ricominciare". Dopo aver esplorato la parte paterna (quella dell'attore Zinedine Soualem) nel suo primo lungometraggio documentario (Leur Algérie [+leggi anche:
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), è ora la volta della parte materna e palestinese, quella di sua madre Hiam Abbass (famosa per il ruolo di Marcia Roy nella serie Succession e recentemente vista anche in Blade Runner 2049 [+leggi anche:
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, Gaza mon amour [+leggi anche:
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e la serie Oussekine), che la sottile Lina Soualem esplora con il coinvolgente Bye Bye Tiberias [+leggi anche:
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, presentato come evento speciale delle Giornate degli Autori all'80ma Mostra del cinema di Venezia e che volerà poi a Toronto per partecipare al programma TIFF Docs.

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"Non aprire le ferite del passato": questo è ciò che la cineasta, nata a Parigi più di trent’anni fa e prima donna della sua famiglia a non essere nata in Palestina, si è sempre sentita dire quando ha cercato di saperne di più. Ma la regista ha intuito che dietro le immagini (conservate in video) delle estati della sua prima infanzia a Deir Hanna, a 29 chilometri dal lago di Tiberiade, "c'era la realtà di un luogo che rischiava di scomparire da un momento all'altro", "un tesoro" della sua memoria che rischiava di essere dimenticato, e la necessità di entrare a far parte della storia delle donne della sua famiglia. Intraprende così un'indagine personalissima in cui l'intimo si intreccia con i sussulti della Storia, tirando il filo della sua discendenza a partire dalla bisnonna Um Ali, la cui felice esistenza nella stessa città di Tiberiade viene sconvolta dalla guerra arabo-israeliana del 1948.

Espulsa, la famiglia vaga per le strade fino al confine libanese, dove perde una delle figlie, Hosnie, che viene bloccata in Siria (e vivrà tutta la vita a Yamouk, il più grande campo profughi palestinese al mondo, rivedendo i suoi parenti clandestinamente solo trent’anni dopo), prima di tornare indietro e stabilirsi a Deir Hanna, dato che la Tiberiade occupata è ormai off-limits per loro. Il padre, un contadino, "perde la testa e muore di dolore, e Um Ali si ritrova sola. Ha otto figli e una macchina da cucire per mantenerli". Segue la storia della nonna, l'insegnante Nemat, e dei suoi dieci figli, in particolare Hiam, la cui scelta di vita (diventare attrice e andare in esilio) si scontra profondamente con le tradizioni dei genitori, e che si ricongiungerà alla famiglia solo dopo la nascita di Lina.

Foto, video (privati e televisivi), lettere, poesie (scritte da Hiam quando era adolescente), un testo in prima persona della regista letto da sua madre, viaggi odierni a Deir Hanna e incursioni a Tiberiade: Lina Soualem tesse abilmente (con il montaggio di Gladys Joujou) un toccante patchwork cerimoniale per le donne della sua famiglia, con Amine Bouhafa che contribuisce con tutto il suo talento musicale all'opera. Il film, impregnato dei profumi della Palestina, è un mosaico istruttivo e toccante in cui passato e presente si sovrappongono e in cui traspare un forte senso dell'eredità e della trasmissione.

Prodotto dalla società francese Beall Productions, coprodotto dai belgi di Altitude 100 Production e di Versus Productions, e i palestinesi di Philistine Films, Bye Bye Tiberias è venduto nel mondo dagli svizzeri di Lightdox.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 03/09/2023: Venezia 2023 - Bye Bye Tiberias

5 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Lina Soualem
© 2023 Isabeau de Gennaro for Cineuropa - fadege.it

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