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BERLINALE 2024 Generation

Recensione: Elbow

di 

- BERLINALE 2024: Il film di formazione di Aslı Özarslan ambientato nella comunità di immigrati a Berlino e a Istanbul si distingue per la sua economia narrativa e l'atmosfera insolitamente oscura

Recensione: Elbow
Melia Kara in Elbow

Ogni anno, la sezione Generation della Berlinale include un film di formazione incentrato su giovani immigrati, spesso realizzato da registi che sono essi stessi immigrati di seconda generazione. Quest'anno il film è Elbow [+leggi anche:
intervista: Aslı Özarslan
scheda film
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, co-sceneggiato con Claudia Schaefer dal suo regista, il berlinese Aslı Özarslan, e tratto dal romanzo di Fatma Aydemir. Ma sebbene segua alcuni dei tropi familiari del sottogenere, questo film si distingue per i suoi elementi insolitamente cupi e violenti, per l'economia della narrazione, per la varietà e la profondità tematica e per l'interpretazione della giovane attrice protagonista Melia Kara.

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L'attrice interpreta Hazal, la cui madre turca è impiegata in una panetteria e il padre lavora come tassista. Hazal sta per compiere 18 anni ed è perfettamente consapevole della xenofobia e del razzismo presenti nella società berlinese, che vengono rappresentati in modo tutt'altro che casuale, ma piuttosto aggressivo e diretto. In costante conflitto con la madre, Hazel vuole qualcosa di più che fare la cassiera, la cameriera o la prostituta, ma tutto ciò che sperimenta le dice senza mezzi termini che questo è l'unico tipo di futuro possibile per "persone come lei". La madre, da tempo disillusa, la pensa allo stesso modo e vuole che faccia la parrucchiera. Sottoposta a insulti su insulti, Hazal si amareggia sempre di più, ma a differenza di molti altri immigrati umiliati, non tiene la bocca chiusa e reagisce.

Dopo che lei e le sue due migliori amiche non sono state fatte entrare in un locale alla moda per festeggiare il suo compleanno, il gruppo viene importunato e coperto di insulti a sfondo razziale da un giovane nella stazione della U-Bahn. La spietata Elma (Jamilah Badgach) lo prende a pugni e Hazal si unisce a lei, uccidendolo accidentalmente. Subito dopo, Hazal scappa a Istanbul e ritrova il suo amico Mehmet (Doğa Gürer), un altro turco nato a Berlino. Si rifugia a casa sua e lui si rivela essere ben altro di quanto si aspettasse.

A Istanbul, una città completamente estranea a lei, trova un nuovo livello di libertà, ma incontra anche una serie di problemi completamente nuovi e impara che nemmeno lì è a casa sua. Il compagno di stanza di Mehmet, Halil (Haydar Şahin), un attivista, le apre gli occhi sulla realtà della questione curda, mentre Hazal non è nemmeno sicura che la sua famiglia appartenga a questo gruppo etnico. "Non siamo tutti turchi?", chiede ingenuamente.

Quasi tutte le scene del film hanno un chiaro scopo drammatico e narrativo. L'amarezza e la sfida di Hazal sono finemente graduate e il suo personaggio si sviluppa di conseguenza – e anche in modo esplosivo. Anche gli altri personaggi sono ben delineati, sebbene i dialoghi con Halil risultino un po' artificiosi. Il direttore della fotografia Andaç Karabeyoğlu-Thomas lavora in modo classico, ricorrendo alla camera a mano solo in un paio di occasioni chiave, mentre il montaggio di Ana Branea e David J. Achilles rispecchia lo sviluppo del personaggio di Hazal, spesso con tagli bruschi e forti effetti sonori.

Kara è eccellente nel ruolo di Hazal. È una donna giovane, ma ha mantenuto un aspetto da bambina e un'energia giovanile che rendono i suoi sfoghi ancora più stridenti e d'impatto. È il modo in cui ritrae la disperata sfida di Hazal che fornisce al suo personaggio la sfaccettatura più interessante: la realtà tormentata di essere sia vittima che carnefice. Questo aspetto del film, se considerato insieme agli altri temi chiave – identità, relazioni familiari, posizioni sociali, scontri culturali – risulta essere la sua dimensione più avvincente e stimolante.

Elbow è una coproduzione tra la tedesca Achtung Panda! e JIP Film & Verleih, la francese Tripode Films e la turca Istos Film.

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(Tradotto dall'inglese)

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