CANNES 2024 Quinzaine des Cinéastes
La Quinzaine des Cinéastes cannense scommette sulla singolarità
- 21 lungometraggi in programma, tra cui due d’animazione e due documentari, per una selezione ricca di sorprese e dominata da Patricia Mazuy, Jonas Trueba e Thierry de Peretti

"Lo spirito è quello di tracciare una vera e propria linea editoriale piuttosto che una mappa della produzione mondiale. Ci sono quindi scommesse, scelte decise, favoriti e anche film che hanno diviso il comitato di selezione. L'obiettivo è creare un'identità forte con un indirizzo: la singolarità della scrittura di un film attraverso la sua direzione, senza trascurare la poesia, l'autenticità, l'emozione e l'immaginazione.
Dopo aver stupito molti osservatori l'anno scorso con una selezione molto audace, per certi versi addirittura radicale, Julien Rejl, delegato generale della Quinzaine des Réalisateurs, persiste con il programma della 56ma edizione della sezione parallela (che si svolgerà dal 15 al 25 maggio nell'ambito del 77mo Festival di Cannes), presentato oggi al Forum des images di Parigi. Diversità, sorprese e scoperte costituiscono il menù con 21 lungometraggi (più nove cortometraggi). Il programma comprende nove titoli europei, cinque dal Nord America, tre dall'Asia, tre dal Sud America e uno dall'Africa (di cui quattro opere prime).
Cinque i registi francesi che parteciperanno: la compianta Sophie Fillières, che aprirà la Quinzaine con Ma vie ma gueule [+leggi anche:
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scheda film], la veterana Patricia Mazuy (presente in concorso a Locarno nel 2022 con Bowling Saturne [+leggi anche:
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intervista: Patricia Mazuy
scheda film]) con La prisonnière de Bordeaux [+leggi anche:
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intervista: Patricia Mazuy
scheda film] (che vede nel cast Isabelle Huppert e Hafsia Herzi), Thierry de Peretti (rivelatosi alla Quinzaine nel 2013 con Les Apaches [+leggi anche:
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scheda film], passato alla Semaine de la Critique nel 2017 con Une vie violente [+leggi anche:
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scheda film] e in concorso a San Sebastián nel 2021 con Enquête sur un scandale d'État [+leggi anche:
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intervista: Thierry de Peretti
scheda film]) con À son image [+leggi anche:
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intervista: Thierry de Peretti
scheda film], il duo Caroline Poggi - Jonathan Vinel (rivelatosi alla Platform di Toronto nel 2018 con Jessica Forever [+leggi anche:
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scheda film]) con Eat The Night [+leggi anche:
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intervista: Caroline Poggi e Jonathan …
scheda film], e Jean-Christophe Meurisse (rivelatosi con Apnée [+leggi anche:
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scheda film] alla Semaine de la Critique 2016 e apprezzato per la proiezione di mezzanotte del 2021 Oranges sanguines [+leggi anche:
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intervista: Jean-Christophe Meurisse
scheda film]) con Les pistolets en plastique [+leggi anche:
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intervista: Jean-Christophe Meurisse
scheda film], che chiuderà la Quinzaine.
Altri due registi europei sono stati selezionati: lo spagnolo Jonas Trueba (in concorso a San Sebastián nel 2021 e nel 2016 con Quién lo impide [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film] e La reconquista [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film], Premio Speciale della Giuria a Karlovy Vary nel 2022 con Tenéis que venir a verla [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film] e Menzione Speciale nel 2019 con La Virgen de Agosto [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film]) con Volveréis [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film] e il portoghese Paulo Carneiro con il documentario ibrido Savanna and The Mountain [+leggi anche:
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intervista: Paulo Carneiro
scheda film]. Un contingente proveniente dal Vecchio Continente a cui si aggiungono il danese di origine palestinese Mahdi Fleifel (apprezzato alla Berlinale Panorama 2013 con il documentario A World Not Ours [+leggi anche:
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scheda film]) con il suo primo lungometraggio di finzione To a Land Unknown [+leggi anche:
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intervista: Mahdi Fleifel
scheda film] e l'indiano Karan Kandhari con la produzione britannica Sister Midnight [+leggi anche:
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intervista: Karan Kandhari
scheda film].
Il cinema indipendente nordamericano è molto ben rappresentato con Universal Language del canadese Matthew Rankin e quattro film dagli Stati Uniti: Christmas Eve in Miller's Point di Tyler Taormina (al suo terzo lungometraggio dopo Ham on Rye presentato ai Cineasti del presente di Locarno nel 2019 e Happer's Comet presentato al Forum della Berlinale 2022) e le opere prime Eephus [+leggi anche:
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scheda film] di Carson Lund, Good One di India Donaldson (già apprezzato al Sundance Film Festival) e Gazer di Ryan J. Sloan.
Per l'Asia sono stati selezionati anche due lungometraggi giapponesi (il film d'animazione Ghost Cat Anzu [+leggi anche:
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scheda film] del duo Yoko Kuno - Nobuhiro Yamashita e Desert of Namibia di Yôko Yamanaka) e Mongrel [+leggi anche:
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scheda film] di Chiang Wei Lang e Yin You Qiao (che riunisce Taiwan, Singapore e Francia nella produzione). L'America Latina sarà presentata con il film d'animazione Los Hiperbóreos dei cileni Cristóbal Leon e Joaquin Cociña (menzione della giuria ad Annecy 2018 con La Casa Lobo), il documentario The Falling Sky [+leggi anche:
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scheda film] dei brasiliani Eryk Rocha (vincitore dell'Oeil d'or a Cannes nel 2016 con Cinema Novo) e Gabriela Carneiro da Cunha, e Algo viejo, algo nuevo, algo prestado [+leggi anche:
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scheda film] dell'argentino Hernán Rosselli (scoperto nel 2014 con Mauro). L'Africa sarà rappresentata dall'egiziana Hala Elkoussy (rivelatasi al Rotterdam Bright Future nel 2017 con Cactus Flower) con East of Noon [+leggi anche:
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intervista: Hala Elkoussy
scheda film].
Infine, la Quinzaine renderà omaggio alla regista Chantal Akerman con una proiezione speciale del suo film Histoires d'Amérique: Food, Family and Philosophy (1989).
La selezione:
Lungometraggi
Ma vie ma gueule [+leggi anche:
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scheda film] - Sophie Fillières (Francia) (film di apertura)
Savanna and the Mountain [+leggi anche:
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intervista: Paulo Carneiro
scheda film] - Paulo Carneiro (Portogallo/Uruguay)
Good One - India Donaldson (Stati Uniti)
East of Noon [+leggi anche:
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intervista: Hala Elkoussy
scheda film] - Hala Elkoussy (Paesi Bassi/Egitto/Qatar)
To a Land Unknown [+leggi anche:
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intervista: Mahdi Fleifel
scheda film] - Mahdi Fleifel (Palestina/Danimarca)
Sister Midnight [+leggi anche:
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intervista: Karan Kandhari
scheda film] - Karan Kandhari (Regno Unito/India/Svezia)
Ghost Cat Anzu [+leggi anche:
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scheda film] - Yôko Kuno e Nobuhiro Yamashita (Giappone/Francia)
Los hiperbóreos (The Hyperboreans) - Cristóbal León e Joaquín Cociña (Cile)
Eephus [+leggi anche:
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scheda film] - Carson Lund (Stati Uniti/Francia)
La prisonnière de Bordeaux [+leggi anche:
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intervista: Patricia Mazuy
scheda film] - Patricia Mazuy (Francia)
À son image [+leggi anche:
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intervista: Thierry de Peretti
scheda film] - Thierry de Peretti (Francia)
Eat The Night [+leggi anche:
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intervista: Caroline Poggi e Jonathan …
scheda film] - Caroline Poggi e Jonathan Vinel (Francia)
Universal Language - Matthew Rankin (Canada)
The Falling Sky [+leggi anche:
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scheda film] - Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha (Brasile/Italia)
Algo viejo, algo nuevo, algo prestado [+leggi anche:
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scheda film] - Hernán Rosselli (Argentina/Spagna/Portogallo)
Gazer - Ryan J Sloan (Stati Uniti)
Christmas Eve in Miller's Point - Tyler Taormina (Stati Uniti)
Volveréis [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
scheda film] - Jonás Trueba (Spagna/Francia)
Mongrel [+leggi anche:
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scheda film] - Chiang Wei Liang e You Qiao Yin (Taiwan/Singapore/Francia)
Desert of Namibia - Yôko Yamanaka (Giappone)
Les pistolets en plastique [+leggi anche:
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intervista: Jean-Christophe Meurisse
scheda film] - Jean-Christophe Meurisse (Francia) (film di chiusura)
Lungometraggi - Proiezioni speciali
Histoires d'Amérique: Food, Family and Philosophy (1989) - Chantal Akerman (Belgio)
Cortometraggi
Les Météos d'Antoine (Antoine, Élise and Léandre) - Jules Follet (Francia)
Very Gentle Work - Nate Lavey (Stati Uniti)
The Moving Garden - Inês Lima (Portogallo)
When The Land Runs Away - Frederico Lobo (Portogallo)
Après le soleil (After the Sun) - Rayane Mcirdi (Francia/Algeria)
Immaculata - Kim Lêa Sakkal (Germania/Libano)
Nuestra sombra (Our Own Shadow) - Agustina Sánchez Gavier (Argentina)
Mulberry Fields - Nguyễn Trung Nghĩa (Vietnam)
Extremely Short - Kōji Yamamura (Giappone)
(Tradotto dal francese)
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