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RIFORME Italia

Registi: 'non toccate la Biennale'

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I registi si mobilitano contro il decreto di riforma della Biennale di Venezia (che organizza la Mostra del Cinema) presentato dal ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani. L'Anac, l'associazione nazionale degli autori cinematografici, parla di "attacco esplicito all'autonomia del cinema italiano" che verrebbe dal nuovo statuto. "Il progetto di una consulta esterna composta di enti ispirati dal governo", si legge in una nota dell' Anac" cui la Biennale dovrebbe far riferimento per tutte le sue principali scelte, esprime nei fatti un inammissibile tentativo di centralizzazione e controllo".

La bozza di decreto prevede la trasformazione della Biennale in fondazione e l'apertura ai privati. Il Consiglio d'Amministrazione sarebbe composto dal presidente della Fondazione, scelto dal ministro, dal sindaco di Venezia, dal presidente della Provincia (o da loro delegati) e prevede tra i componenti fino a 3 soggetti purché finanzino almeno il 20% del patrimonio della Fondazione. Una Consulta composta dai rappresentanti della Fondazione, della Triennale, della Quadriennale, della Fenice di Venezia, dell'Eti, di Cinecittà Holding e della Scuola nazionale del cinema, esprimerà pareri su programmi e indirizzi. Previsto anche che le funzioni di direzione delle sezioni possano essere assegnate ad un collegio di non più di 3 membri.

Alle critiche avanzate nei giorni scorsi dall'opposizione in Parlamento sulla possibile perdita di autonomia e privatizzazione della Biennale ha risposto il sottosegretario ai Beni culturali Nicola Bono: "Nessun atto di lesa maestà nei confronti del cinema e della cultura italiana. L'obiettivo del governo è quello di ottimizzare risorse, concentrare interventi e progetti per non disperdere energie, per potenziare il settore".

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