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HOT DOCS 2024

Recensione: Kelly - Someone Else’s Dream

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- Il documentario di Helen Lõhmus e Leana Jalukse analizza gli abusi subiti dalla giovane sciatrice freestyle estone Kelly Sildaru, allenata in maniera spietata dal padre

Recensione: Kelly - Someone Else’s Dream

Il documentario Kelly - Someone Else’s Dream di Helen Lõhmus e Leana Jalukse, presentato in anteprima mondiale all'Hot Docs di quest'anno nell'ambito della sezione The Changing Face of Europe dell'EFP, è un racconto potente e molto doloroso sull'abuso mentale, considerato ancora un argomento tabù in Estonia e in molte altre parti del mondo.

Le due registe estoni si concentrano sulla giovane sciatrice freestyle estone Kelly Sildaru, che aveva solo 13 anni quando ha vinto la medaglia d'oro ai Winter X Games del 2016. Il prodigio e il suo allenatore inesperto – il padre, Tõnis Sildaru – sono diventati un caso mediatico, stabilendo e battendo rapidamente tutti i record.

Nel mondo dello sci freestyle, tutti sembrano impressionati dai risultati senza precedenti di Kelly. Ma c'è una storia terribile da scoprire, quella di una bambina costretta a inseguire il sogno del padre, un uomo guidato in ultima analisi da avidità, spietatezza e frustrazione.

Siamo guidati nell'odissea di Kelly attraverso una giustapposizione di interviste, filmati d'archivio e sequenze animate. In particolare, queste ultime scandiscono efficacemente l'acuirsi dei conflitti tra il genitore e sua figlia, che aprono ferite che sembrano impossibili da rimarginare. Il primo punto di svolta si verifica quando, in vista della prima gara olimpica di Kelly, l'atleta si infortuna gravemente. Qui diventa chiaro a molti che l'incidente è stato provocato dall'incontrollabile sete di vittoria del padre e dalla mancanza di allenamento.

In una delle scene più strazianti, possiamo ascoltare una telefonata tra Sildaru e sua figlia. L'uomo le urla cose indicibili, scagliando ingiustamente tutta la sua rabbia e il suo odio verso di lei. Gli spettatori probabilmente penseranno che le cose non potranno che peggiorare, scena dopo scena, e questo è letteralmente ciò che accade.

Con l'aiuto della madre, Kelly racconta la sua esperienza traumatica. Tra i testimoni dell'incubo della ragazza c'è anche il suo manager, Michael Spencer, che svolge un ruolo fondamentale.

Inoltre, la presenza delle olimpioniche Keri Herman, Sarah Höfflin e Marie Martinod, e di atleti come Kristi Leskinen, Oliver Treufeldt e Riho Laast-Laas, offre ai registi l'opportunità di avviare una profonda riflessione sul rapporto tra i bambini e lo sport, e su come le dinamiche del settore vietino in sostanza tutto ciò che fa innamorare le persone di questa pratica, tra cui il divertimento, l'amicizia, l'inclusività e il benessere psicofisico.

Nel complesso, Lõhmus e Jalukse riescono a realizzare un documentario dal ritmo incalzante che tiene incollato lo spettatore, senza cadere in alcuno strascico retorico. L'assenza di un'intervista recente al padre della protagonista si spiega anche con il suo rifiuto di incontrare le due registe.

La chiusura dell'arco narrativo fa il punto sulle prove e le tribolazioni di Kelly, ma trasmette anche un messaggio edificante di speranza e di empowerment, invitando le persone a parlare e a chiedere aiuto.

Kelly - Someone Else’s Dream è una coproduzione estone-francese guidata da Oreé Films e PVS Company. L’austriaca Autlook Filmsales si occupa delle vendite mondiali.

(Tradotto dall'inglese)

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