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HOT DOCS 2024

Recensione: Norwegian Democrazy

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- In un'Europa che sta vedendo l'ascesa dell'estrema destra, il potente documentario di Fabien Greenberg e Bård Kjøge è più urgente che mai

Recensione: Norwegian Democrazy

Quali sono i limiti della libertà di parola? Può ancora servire come scusa per "esprimere" discorsi di odio e affermazioni razziste? Quando e come può intervenire la polizia? Queste sono probabilmente le tre domande principali affrontate dal puntuale documentario Norwegian Democrazy di Fabien Greenberg e Bård Kjøge, presentato in anteprima mondiale all’Hot Docs di quest’anno nell'ambito della sezione The Changing Face of Europe.

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Come suggerisce il titolo, il duo di registi si concentra sulla Norvegia, che qui funge da vero e proprio microcosmo dell'Europa di oggi. L'équipe si concentra sullo scontro tra libertà di parola e incitamento all'odio, seguendo un gruppo controverso, provocatorio e critico nei confronti dell'Islam, il SIAN guidato da Lars Thorsen – e le loro proteste, che spesso includono il rogo del Corano – e i loro oppositori, tra cui Axel, un giovane attivista di sinistra e studente universitario di 18 anni.

Il primo conflitto è evidente sullo schermo. Ogni volta che Lars Thorsen, ex contabile diventato leader politico, inizia a urlare e a diffondere messaggi di odio – sostenendo che l'Islam è un'ideologia totalitaria e che i musulmani sono più inclini a commettere crimini, tra cui lo stupro, tra le altre cose – la polizia si presenta e cerca di proteggere Lars e i suoi (pochissimi) compagni dalla prevedibile rabbia suscitata dalle sue provocazioni.

I due registi seguono molto da vicino Thorsen e Fanny Bråten (la sua compagna, che partecipa alle "battaglie politiche" di Thorsen). Nonostante l'argomento altamente controverso e le circostanze a cui finiscono per assistere, entrambi riescono a ottenere un grande accesso alla coppia, apparentemente non giudicandoli mentre approfondiscono le ragioni alla base delle loro idee estreme. Questo approccio in apparenza "neutrale" permette a Thorsen e Fanny di sentirsi a proprio agio, e di conseguenza si lasciano spesso sfuggire le enormi fallacie della loro mentalità e ideologia.

Questo diventa chiarissimo, ad esempio, quando i registi chiedono a Thorsen di mostrare alcuni fatti e fonti che dimostrino che i cittadini musulmani commettono più crimini dei non musulmani, e che l'unità locale di prevenzione del crimine ha smesso di pubblicare le cifre pertinenti quando "il tasso di stupri è salito al 1.694%". Thorsen continua a sfogliare le cartelle del suo computer, aprendo freneticamente diversi PDF e file Word, senza trovare o mostrare nulla di significativo.

Dal punto di vista estetico, il documentario vanta una serie di sequenze girate a mano, in cui i due registi assistono alle proteste di Thorsen e alle interazioni con la folla, insieme a un numero limitato di interviste controllate che fungono da "vox populi" per commentare le ultime provocazioni del SIAN.

Nel corso del film si percepisce la crescente frustrazione e rabbia dei protagonisti, che porterà a due momenti cruciali di confronto: uno tra Lars e alcuni musulmani che reagiscono alle sue provocazioni; l'altro tra Axel e Thorsen, che si svolge in un ambiente più rilassato.

L'acuto lavoro di montaggio di Linn Heidi Slåttøy e la coinvolgente colonna sonora di Kenneth Ishak esaltano l'atmosfera tesa della narrazione, senza spettacolarizzarla. Soprattutto, Norwegian Democrazy è una visione urgente – "urgente" è un aggettivo con cui si dovrebbe sempre essere parsimoniosi quando si tratta di recensire film, ma che ha senso in questo caso a causa del travagliato contesto geopolitico in cui viviamo. Mentre l'Europa, così come altre parti del mondo, assiste all'ascesa di partiti e movimenti di estrema destra, il film di Greenberg e Kjøge ci ricorda quanto sia facile manipolare le persone e scatenare nuove guerre tra i poveri.

Norwegian Democrazy è una produzione di Antipode Films AS (Norvegia). Journeyman Pictures gestisce le vendite mondiali.

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(Tradotto dall'inglese)

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