Recensione: Il segreto di Liberato
- Francesco Lettieri e Giorgio Testi realizzano un biopic con inserti di animazione in stile giapponese per raccontare l’artista napoletano Liberato, dall’identità ignota

Liberato racconta “la struggente sofferenza necessaria per provare empatia”, scrive Roberto Saviano in un lungo articolo dedicato all’artista napoletano, dall’identità ignota, che fonde la tradizione neo-melodica napoletana con elettronica, hip-hop e R&B. A indagare questa empatia ci pensa Il segreto di Liberato [+leggi anche:
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scheda film], diretto da Francesco Lettieri e Giorgio Testi, e nelle sale italiane dal 9 maggio solo per una settimana distribuito da Be Water Film, che è un ibrido documentario-biopic-animazione. Lettieri è noto soprattutto per i suoi videoclip musicali diventati di culto ed è lui che nel 2017 firma Nove maggio, primo singolo di Liberato che lo fa conoscere a pubblico e critica, e nello stesso anno Tu t’e scurdat’ ‘e me, che lo fa esplodere a livello internazionale, con quella esclusiva visione di Napoli che straccia gli stereotipi e propone canoni visivi e musicali inconsueti. Testi ha costruito invece una carriera internazionale con le sue collaborazioni con Bon Jovi, Oasis, Sting, Rolling Stones, Amy Winehouse e Damon Albarn. Lorenzo Ceccotti è il fumettista, illustratore e designer che ha dato forma ai personaggi e ai fondali delle animazioni del film, mentre Giuseppe Squillaci firma la regia dell’animazione con LRNZ.
Tutto è iniziato quel 9 maggio 2017 (il film arriva in sala esattamente sette anni dopo), ma l’animazione ci mostra la scintilla iniziale con un Liberato bambino che accompagna il nonno maestro di musica a dirigere una piccola orchestra che intona Era de Maggio. Il ragazzino porta una maschera di Pulcinella e l’animazione in stile anime giapponese ce lo mostrerà poi adulto con un gran ciuffo di capelli che copre gli occhi, esattamente come un eroe dei manga: al liceo, al primo incontro con la ragazza che gli resterà sempre nel cuore, o anni dopo nella sua esperienza a Londra e nell’incontro disastroso con il produttore discografico che potrebbe cambiargli la vita. Il riscatto lo vediamo nei concerti, dove convergono persone di tutti i tipi per ascoltare la sua musica intrisa di romanticismo e cantare con lui anche se non conoscono la lingua napoletana. La Rotonda Diaz sul lungomare di Napoli, Torino, Roma, Barcellona, il concerto al largo di Procida, Milano nel 2022 e il tour del 2023 con le doppie date di Berlino, Parigi e Londra, culminato nelle tre giornate sold out che hanno riempito Piazza Plebiscito a Napoli con ottantamila persone.
Per ricostruire il rapido sviluppo di una mitologia gli autori si raccontano in prima persona e raccolgono le testimonianze più diverse, sullo sfondo di una Napoli coreografica che vuole superare i pregiudizi mantenendo la tradizione. Come quella di Adam Jendoubi, l’attore di origini algerine e polacche ma cresciuto nel rione di Forcella a Napoli, morto a 23 anni nel gennaio scorso, protagonista di Intostreet e Tu t’e scurdat’ ‘e me di Liberato e con un ruolo ne La paranza dei bambini [+leggi anche:
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intervista: Roberto Saviano
scheda film] (Orso d'argento a Berlino).
La bolla in cui si muove Liberato viene ben delineata e i fan certamente troveranno materia di cui nutrirsi. Tuttavia nel film viene ignorato il processo creativo dell’artista, che si può immaginare solo mettendo faticosamente assieme tutti gli elementi. La voce fuori campo di Liberato ci guida in un racconto intimo - onirico lo definisce Saviano - che potrebbe anche sfuggirci, ma questo ha poca importanza. Quanto al mistero della sua identità, nell’epoca della super-riproduzione di sé stessi su Instagram, i fan di Liberato ignorano il problema. Il musicista cita i misteri di Napoli, quello della bella ‘Mbriana, del sangue di San Gennaro, quello di Pulcinella, il segreto della sirena Partenope (citazione involontaria del film di Paolo Sorrentino in concorso a Cannes), e conclude semplicemente che ognuno di noi ha il proprio.
Il segreto di Liberato è prodotto da Red Private in collaborazione con Red Carpet, Anemone Film.
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