Recensione: Le Deuxième Acte
- CANNES 2024: Il faceto Quentin Dupieux gioca con il confine tra finzione e realtà sul set di un film, creando un'opera di metacinema sfacciata e divertente

La specialità dell’originale Quentin Dupieux è quella di osservare da vicino la natura umana e ritrarla sullo schermo con una dose più o meno estrema di umorismo assurdo, variando l’ottica consueta per ricavarne qualcosa che paradossalmente è spesso più realistico della realtà, a metà strada tra lo stridente e il giocoso. In 12 film (nell'arco di 14 anni), il prolifico cineasta francese si è costruito una cerchia sempre più ampia di aficionados (va detto che far ridere in modo intelligente non è cosa da tutti) e la sua ultima opera, Le Deuxième Acte [+leggi anche:
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scheda film], presentata in apertura del 77mo Festival di Cannes, conferma la sua totale padronanza dello stile della piccola commedia per il grande pubblico a lui tanto cara.
"Devi separare l'uomo dall'artista", "Se la donna che mi stai presentando fosse un uomo, non potrei perché il mio orientamento sessuale non me lo permette", "Non puoi immaginare cosa farà questa violenza gratuita e verbale alla nostra immagine, i cinema sono già mezzi vuoti - Non gliene frega niente della gente, sono andati avanti - Ci sono un sacco di spettatori là fuori, Non sono gay, sono bisex e non è un problema - Ah, siete come le auto ibride, inquinate e quando vi fa comodo passate all'ibrido", "Basta, ci metteremo nei guai, attenetevi al copione", "Non posso più fingere. Il mondo è nel caos e voi continuate a fare film come se nulla fosse - perché no? È come i musicisti del Titanic: è una leggenda! Per far credere alla gente che gli artisti sono coraggiosi". Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi del tono di un film che spara raffiche caustiche, certo infarcite di colpi a salve come bolle di sapone, ma che colpisce nel segno quando si tratta del mestiere di attore.
Il fuoco d'artificio di Quentin Dupieux è divertente e stimolante al tempo stesso, e mette a nudo tutti i difetti del nostro tempo, destreggiandosi avidamente nel politicamente scorretto e inserendoli in un'abile struttura di film nel film. Ci troviamo su un set dove presto sarà molto difficile distinguere il vero dal falso, la recitazione dalla vita, le prove dalle riprese, con quattro acuti interpreti (Léa Seydoux, Vincent Lindon, Raphaël Quenard e Louis Garrel) e una comparsa (Manuel Guillot). Non mancano quindi le sorprese esilaranti in un'opera perfettamente gestita dal suo peculiare creatore, che sa dire molto da breve distanza e sotto le mentite spoglie di una presa in giro dura, persino acida, ma sempre affettuosa. E cosa c'è di più divertente (e sovversivo) che ridere del cinema nella cornice del suo tempio cannese?
Le Deuxième Acte è prodotto da Chi-Fou-Mi Productions, mentre le vendite internazionali sono di Kinology.
(Tradotto dal francese)
Photogallery 15/05/2024: Cannes 2024 - The Second Act
15 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2024 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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