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CANNES 2024 Quinzaine des Cinéastes

Recensione: À son image

di 

- CANNES 2024: Thierry de Peretti guarda magistralmente alla tumultuosa storia del nazionalismo corso dalla prospettiva di un'innocenza spietata, dell'amore e dell'amicizia

Recensione: À son image
Clara-Maria Laredo in À son image

“Come si racconta la guerra? Attraverso quali canali? Esiste una camera di compensazione?”. Dopo Une vie violente [+leggi anche:
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, apprezzato alla Semaine de la Critique del 2017, Thierry de Peretti ha deciso di affrontare nuovamente la storia del nazionalismo corso di fine Novecento con À son image [+leggi anche:
intervista: Thierry de Peretti
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, presentato alla 77ma Quinzaine des Cinéastes del 77mo Festival di Cannes. Ma questa volta il sottile cineasta francese, che ama giocare sul confine narrativo tra schermo e fuori schermo (perché “certe cose dovevano rimanere nascoste”), ha scelto un punto di vista completamente diverso e affascinante, dipingendo un ritratto lungo quasi vent'anni di una “famiglia” di amicizia e amore attraverso un prisma romantico incentrato sulla traiettoria di un giovane fotografo.

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“Gli uomini hanno vissuto, ma la morte è arrivata”. Tutto inizia con uno spettacolare incidente d'auto, forse un suicidio, e una struggente veglia funebre a cui partecipano i parenti della donna scomparsa, la solare Antonia (Clara-Maria Laredo). Una voce fuori campo, un narratore (che viene identificato solo molto più avanti nel film) racconta la storia della giovane donna, una lunga narrazione che è anche indirettamente quella della vita quotidiana di un gruppo di attivisti indipendentisti e dei loro compagni, delle loro passioni, dei loro dilemmi e delle loro pene. È un viaggio a ritroso nel tempo che cattura anche la vita di un'isola, dei suoi villaggi, del suo mare e delle sue città, di quest'anima corsa trafitta da una mitologia delle armi che va alla deriva in un culto tossico di assassini che finiscono per uccidersi l'un l'altro in nome della stessa causa, sulla carta onorevole.

Antonia, invece, ama solo fotografare, ma ha 18 anni ed è anche molto innamorata di Pascal (Louis Starace) quando questi si imbarca, pistola alla mano, nell'affare Bastelica-Fesch nel gennaio 1980 (un'operazione con ostaggi che mette sotto assedio Ajaccio). Diventa la moglie di un prigioniero politico, come le sue amiche Madeleine (Barbara Sbraggia) e Laetitia (Saveria Giorgi), e negli anni successivi vivranno un'esistenza strana, tra arresti e radicalizzazione del FLNC (Fronte di Liberazione Nazionale Corso), tra sconvolgenti omicidi a cui assistono senza mai partecipare e che coinvolgono le persone più vicine: Simon (Marc-Antonu Mozziconacci), Jean-Joseph (Andrea Cossu) e Xavier (Pierre-Jean Straboni). Divenuta fotografa dell'agenzia Corse Matin, Antonia dovrà presto scegliere che tipo di vita vuole e come esistere da sola senza rinnegare i suoi legami affettivi.

Thierry de Peretti combina fotografie, archivi televisivi e magnifiche sequenze di discussione per creare un mosaico vivace, ricco di informazioni (compresa una deviazione simbolicamente illuminante ma un po' meno organica sulla guerra dei Balcani) e visivamente sofisticato (con Josée Deshaies a dirigere la fotografia), senza mai perdere la fluidità narrativa (basata su una sceneggiatura scritta con Jeanne Aptekman a partire da un romanzo di Jérôme Ferrari) o l'essenziale elemento umano. Con À son image, il regista ha creato un film straordinariamente equilibrato e intelligente che mescola la grande e la piccola Storia.  

À son image è prodotto da Les Films Velvet, coprodotto da Arte France Cinéma ed è venduto da Pyramide International.

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(Tradotto dal francese)

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