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CANNES 2024 Proiezioni speciali

Recensione: La Belle de Gaza

di 

- CANNES 2024: Yolande Zauberman continua a rivelare il lato nascosto e notturno della società israeliana con un'intimità e un'intensità eccezionali

Recensione: La Belle de Gaza

"Mi è stato detto che un ragazzo aveva camminato da Gaza a Tel Aviv. Avevo filmato tre donne trans. È una di loro che stai cercando, mi è stato detto anni dopo". Dopo gli incisivi Would You Have Sex with an Arab? [+leggi anche:
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e M [+leggi anche:
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, la documentarista francese Yolande Zauberman ha deciso di completare la sua trilogia sulla vita notturna israeliana imbarcandosi quasi alla cieca in un'indagine sorprendente e personalissima, il cui cuore è Hatnufa Street a Tel Aviv. Un'indagine totalmente fuori dai sentieri battuti, che dà voce alle donne trans in modo formidabile, contrastando i pregiudizi nei loro confronti, il tutto mentre la cineasta cerca La Belle de Gaza [+leggi anche:
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, che dà il nome al film presentato in proiezione speciale al 77mo Festival di Cannes.

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“È meraviglioso essere una donna a tempo pieno”, “qui posso essere me stessa, altrove le trans vengono uccise e buttate giù dai tetti”, “andrò in spiaggia in bikini per rimorchiare”, “qui tutti sono esseri potenti che possono affrontare la strada. Siete di fronte al lato oscuro dell'umanità. Quando sono diventata donna, ho visto come gli uomini maltrattano le donne”. È in questo mondo paradossale che, con la telecamera in una mano e la foto della donna che sta cercando nell'altra, la regista interroga le ragazze che si prostituiscono in un valzer incessante di automobili. È un mondo caratterizzato da un orgoglio immenso per essere finalmente se stesse (“non ho colpe, sono nata così”), ma spesso pieno di brutti ricordi (molestie a scuola con sesso in cambio di pace e tranquillità in “una sorta di stupro silenzioso”, famiglie musulmane pronte a uccidere in nome dell'onore tradizionalista, ecc.) Ma se non tutte sono state fortunate come Talleen, la prima araba a essere incoronata Miss Trans Israele nel 2016, queste donne condividono un desiderio essenziale e feroce: quello di libertà e felicità che esprimono in sequenze di confidenze di notevole intimità e intensità catturate da Yolande Zauberman, che chiacchiera con loro mentre ripercorre a poco a poco la pista che potrebbe condurla alla "Bella di Gaza" (a rischio di deportazione se viene smascherata).

Facendo un uso meraviglioso della musica e del suo talento empatico innato, la regista gioca con le ombre per far emergere un'opera composita (a volte un po' caotica come la notte) che brilla di luce nell'oscurità. Un bellissimo omaggio alle donne che rispecchiano il mosaico culturale e religioso di Israele (“noi donne trans siamo i soldati di Dio per dimostrare che Dio ci ha create per un motivo”) che ribalta tutti i preconcetti degli spettatori e regala un prezioso brandello di umanità.

La Belle de Gaza è prodotto da Unité e Phobics, coprodotto da Arte France Cinéma e venduto da Pyramide International.

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(Tradotto dal francese)

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