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CANNES 2024 Un Certain Regard

Recensione: Vingt Dieux

di 

- CANNES 2024: Louise Courvoisier porta una ventata di aria fresca con il suo primo lungometraggio, sulle orme di un giovane uomo con le spalle al muro che si lancia in un'avventura senza precedenti

Recensione: Vingt Dieux
Mathis Bernard, Clément Favreau e Dimitri Baudry in Vingt Dieux

“Sai fare il fuoco? Sai fare il formaggio?”. È nel cuore del Giura, in un mondo di mucche da latte, feste agricole e produzione di formaggio Comté, ma soprattutto al seguito di giovani del posto che si confrontano con la necessità vitale di prendere in mano la propria vita in un contesto difficile, che si immerge, con grande accuratezza e magistrale semplicità, la giovane cineasta francese Louise Courvoisier, che ha presentato il suo primo lungometraggio, Vingt Dieux [+leggi anche:
intervista: Louise Courvoisier
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, nel concorso Un Certain Regard del 77mo Festival di Cannes.

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"Sono nei guai (...), sto mandando tutto all'aria, non vado da nessuna parte". Per l'impulsivo Anthony (la rivelazione Clément Favreau), conosciuto da tutti come Totone, i giorni di spensieratezza, di avventure di una notte di cui non si ricorda nemmeno il nome e di bevute in paese con gli amici d'infanzia Jean-Yves (Mathis Bernard) e Francis (Dimitri Baudry) finiscono bruscamente con la morte accidentale del padre. Ormai responsabile della sorellina Claire (Luna Garret), completamente senza soldi e senza una famiglia a cui appoggiarsi, il diciottenne è costretto a vendere le attrezzature del piccolo caseificio del padre (un'attività in cui non aveva alcun interesse). Ma quando viene a conoscenza di un concorso che assegna 30.000 euro al miglior formaggio Comté, decide di lanciarsi clandestinamente (con l'aiuto di due amici e il sostegno della sorella) in un lavoro di cui non sa nulla. Quello che Totone sa è che ha bisogno di latte, e la qualità fruttata del latte prodotto dalla giovane contadina Marie-Lise (Maiwene Barthelemy), che gli fa delle avances dirette, è rinomata in tutta la regione. Il problema è che non ci sono soldi, quindi devono mentire e rubare per una “operazione Comté” il cui esito è tutt'altro che certo.

Vingt Dieux ha un forte appeal che va al di là della semplice moda del cinema francese “riscopriamo la nostra provincia e la campagna francese” (da Petit paysan [+leggi anche:
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a Chien de la casse [+leggi anche:
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): è una storia di genere coming-of-age accessibile a tutti i tipi di pubblico e che inietta una rinfrescante commedia in stile “bifolchi di campagna” all'interno di tematiche umane e sociali che molti avrebbero trasformato in drammi. A suo modo, il film affronta con precisione (la sceneggiatura è scritta dalla regista con Théo Abadie) e grande autenticità (tutti gli interpreti sono non professionisti) il tema della gioventù e della cultura nelle zone agricole, dal lavoro (“Mi alzo alle 5 del mattino, finisco alle 22, non ho fine settimana, non ho ferie e non passo i weekend a ubriacarmi”) alla trasmissione di un patrimonio caseario, passando per qualche distrazione (le corse in auto), la famiglia, l'amicizia e l'amore. Tutti ingredienti molto semplici ma sapientemente bilanciati, che evitano gli stereotipi e fanno di questo primo lungometraggio una ricetta di successo.

Vingt Dieux è prodotto da Agat Films & Ex Nihilo e coprodotto da France 3 Cinéma e Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma; il venditore internazionale è Pyramide International.

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(Tradotto dal francese)

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