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CANNES 2024 Semaine de la Critique

Recensione: The Brink of Dreams

di 

- CANNES 2024: Gli egiziani Nada Riyadh e Ayman El Amir seguono un gruppo di giovani donne che sfidano le vecchie norme dando vita a una compagnia di teatro di strada tutta al femminile

Recensione: The Brink of Dreams

In un festival molto teso, segnato dalle rivelazioni della valanga #MeToo nell'industria cinematografica francese, le protagoniste di The Brink of Dreams [+leggi anche:
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intervista: Nada Riyadh, Ayman El Amir
scheda film
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si allineano inconsapevolmente al movimento femminista. Senza essere state in contatto diretto con il femminismo, conoscono bene la natura oppressiva del patriarcato e si oppongono in modo proattivo. In un ambiente strettamente tradizionale e dogmatico, affrontano con coraggio temi come il matrimonio minorile e l'indebolimento delle aspirazioni delle donne.

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In questo titolo della Semaine de la Critique di Cannes Nada Riyadh e Ayman El Amir documentano questa loro storia nell'arco di sei anni: due dedicati alla ricerca, quattro alle riprese. E come hanno saputo cogliere il polso vibrante di queste giovani donne. Oltre ai registi, anche a noi spettatori viene concessa una rara visione dell'intimo funzionamento dei nuclei familiari e abbiamo il privilegio di ascoltare conversazioni private e di vedere il dietro le quinte delle prove. Tuttavia, la sensazione è quella di un'accoglienza calorosa, piuttosto che di un voyeurismo invadente. "Venite, venite", ci rassicurano questi artisti del palcoscenico: "Potete guardare, ci fidiamo di voi".

Sebbene i membri del cast siano numerosi, tre spiccano: la direttrice di scena Majda (Majda Masoud), la ballerina Haidi (Haidi Sameh) e la cantante Monika (Monika Youssef). Durante tutto il processo di ripresa, queste donne rimangono il nucleo costante del gruppo.

È un film diviso in due parti. Nella prima, seguiamo la troupe nel suo percorso artistico. Negoziano spazi migliori per le prove, creano palcoscenici improvvisati da tavoli ed eseguono strategie di guerrilla marketing facendo rumore per le strade. Questo segmento è ricco di energia e di conflitti, in quanto queste donne sono alle prese con la tensione tra le loro ambizioni artistiche e i rigidi vincoli della società.

Pur rimanendo appassionata, la seconda parte prende una piega più introspettiva nel sviscerare le restrizioni patriarcali. Mentre Majda è alle prese con I problemi dell'iscrizione all'università, durante uno scambio telefonico profondamente toccante Haidi rassicura il suo fidanzato che lei non è una ragazza frivola. È c’è anche il dialogo machiavellico tra Monika e il suo fidanzato. È straziante assistere ai tentativi del compagno di Monika di controllare le sue scelte, sostenendo che il fatto di guadagnare i propri soldi come cantante la porterebbe a disobbedire al futuro marito. Il dialogo citato evidenzia come il patriarcato funzioni bene come sottile forma di manipolazione che avvolge subdolamente la donna intorno al dito del futuro marito. Non tutti gli uomini, però, sono burattinai: il padre di Haidi appoggia ogni sua decisione.

Davanti ai nostri occhi, queste adolescenti giocose e ambiziose diventano giovani donne intelligenti. Per le strade, mentre gli uomini le osservano perplessi, proclamano collettivamente che i loro corpi non sono peccaminosi, che desiderano prolungare la loro infanzia e indossare un vestito normale e che gli altri non dovrebbero soffocare i loro sogni. L'urgenza, che ha avuto una sfumatura individuale, acquista uno slancio più ampio, espresso all'unisono.

Sebbene ci si aspetti un gran numero di riprese dopo quattro anni di lavoro, il risultato è molto concentrato, senza nozioni astratte, lunghe introduzioni o un qualche disordine. Il film è umile e rassicurante; tutti i pezzi vanno al loro posto per creare la sana narrazione di un'adolescenza. Ciò che prevale è un forte senso della comunità e dell'essere presenti gli uni per gli altri.

La scena finale regala soddisfazione a Majda, Haidi e Monika: altre giovani ragazze del Nilo riprendono la tradizione del teatro di strada, rassicurandoci che ci sarà una continuità.

The Brink of Dreams, che si avvale della vivida fotografia di Dina El Zeneiny, Ahmed Ismail e Ayman El Amir, è una coproduzione egiziano-francese-danese-qatariota-saudita di Felucca Films in coproduzione con Dolce Vita Films e Magma Film&TV. Party Film Sales si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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