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CANNES 2024 Un Certain Regard

Recensione: Le Royaume

di 

- CANNES 2024: Sulle orme della figlia adolescente di un capo clan corso aggredita dai rivali del padre, l'opera prima di Julien Colonna colpisce per la sua tensione e la sua precisione

Recensione: Le Royaume
Ghjuvanna Benedetti in Le Royaume

"Ascoltami quando ti parlo, ragazza mia (...) Quello che vedi e senti qui, non parlarne con nessuno. Mai". Quando un film si apre con un'adolescente che squarta con foga un cinghiale, al termine di una partita di caccia che coinvolge un gruppo di uomini chiaramente molto affiatati, è chiaro che ciò che accadrà in seguito non sarà una passeggiata. Ma le apparenze possono in parte ingannare, perché Julien Colonna trova un equilibrio ideale tra un thriller ad alta tensione sullo sfondo della criminalità organizzata e un'opera molto più intima sul rapporto padre-figlia nel suo brillante primo lungometraggio, Le Royaume [+leggi anche:
intervista: Julien Colonna
scheda film
]
, presentato nella sezione Un Certain Regard del 77mo Festival di Cannes.

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"Non stiamo chiedendo l'opinione di una ragazzina. È già abbastanza complicato". La quindicenne Leisa (la rivelazione Ghjuvanna Benedetti) pensa di trascorrere una beata estate al mare, prima di essere allontanata dalla casa della zia, dove vive, e affidata a un motociclista che la conduce in un paese isolato dove sono riuniti il padre Pierre-Paul Savelli (il carismatico Saveriu Santucci) e una dozzina di altri uomini problematici. Con il passare dei giorni, la giovane donna si rende conto – ascoltando la TV, origliando conversazioni sommesse e dando un'occhiata ai giornali – di quello che sta succedendo: l'esplosione di un'auto in un agguato ad Ajaccio ha quasi provocato la morte del presidente regionale della Corsica. Ma il vero obiettivo era il padre di Leisa, descritto dai media come un “enigmatico boss mafioso ricercato dalla polizia dal marzo del '91” e che esercita una certa influenza sulla politica e sulla malavita dell'isola. E “in un momento in cui certi territori sono ancora oggetto di cupidigia, un evento come questo potrebbe segnare l'inizio di un nuovo sanguinoso capitolo della storia dell'isola”.

“Non mi fido di nessuno”. Mentre i cadaveri si moltiplicano e Pierre-Paul e i suoi uomini cercano di capire chi li sta attaccando, elaborando i propri piani di contrattacco, pian piano padre e figlia si conoscono meglio. Ma il pericolo si avvicina e Leisa non ha alcuna intenzione di lasciare il padre, nonostante i tentativi di quest'ultimo di metterla al riparo e proteggerla dal suo mondo criminale per quanto umanamente possibile (come sottolinea una canzone del film, “come passa in fretta il tempo, solo ieri era così piccola, e ora i suoi primi tormenti scolpiscono le tue prime rughe e le tue prime preoccupazioni”)...

Basato su un'ottima sceneggiatura (scritta dal regista in collaborazione con Jeanne Herry), Le Royaume colpisce per la sua autenticità, per il cast impeccabile e per la ricostruzione dettagliata e molto credibile dell'atmosfera creata dalla criminalità. Ma questo film, che si avvicina a una sorta di Padrino corso, con i suoi codici, i suoi colpi di scena, il suo mondo sotterraneo, le sue peregrinazioni nella splendida isola della Corsica e le sue strategie, armi e colpi di scena, prende molto abilmente la strada dell'intimità nascente e dell'amore padre-figlia. Una miscela che fa di questo film noir con sfumature d'autore, girato magnificamente in un simil 35 mm dal direttore della fotografia Antoine Cormier, un'opera particolarmente riuscita (e di facile accesso) nella carriera di Julien Colonna.

Le Royaume è prodotto da Chi-Fou-Mi Productions ed è venduto nel mondo da Goodfellas.

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(Tradotto dal francese)

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