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CANNES 2024 Concorso

Recensione: The Substance

di 

- CANNES 2024: Coralie Fargeat offre una brutale versione femminista post-moderna del patto faustiano, che richiama autori come Cronenberg, Lynch, Kubrick e altri

Recensione: The Substance
Demi Moore in The Substance

Esprimiamo subito un'opinione personale. Sebbene The Substance [+leggi anche:
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di Coralie Fargeat sia un'opera d'intrattenimento estremo particolarmente ben costruita, e sebbene trash e sangue possano chiaramente avere un effetto catartico e rilassante sulla tribù di critici la cui pazienza è spesso messa alla prova da opere ardue che non sempre mantengono le loro promesse, non bisogna confondere le uova (per dirla con l'inquadratura iniziale del film della cineasta francese). A prescindere dalle sue qualità – che di certo non mancano a The Substance – la presenza del film in concorso al 77mo Festival di Cannes è uno stupefacente segno dei tempi, una colonizzazione delle menti da parte di un linguaggio cinematografico primordiale (ma non semplicistico) pompato dalle anfetamine della produzione hollywoodiana, la cui formidabile efficacia inconscia, sotto il suo semplicistico aspetto magico, è chiara a tutti. Il fatto che questo film fantastico in Proiezione di mezzanotte possa essere candidato alla Palma d'Oro ci fa riflettere sull'evoluzione in atto, nonostante le buone spiegazioni che probabilmente ci verranno fornite (la ricerca di un pubblico prevalentemente giovane, le molteplici attrattive dei film di genere). E la “morale” stessa del film di Coralie Fargeat, dura e iper-referenziale, dovrebbe farci riflettere sui pericolosi effetti a lungo termine del cedere alle tentazioni più seducenti quando soffia un vento contrario.

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Detto questo, The Substance si rivela un concept film molto riuscito nel suo stile iberbolico e dantesco, in cui la trama si svolge tra un set di un programma televisivo di aerobica e un appartamento elegante e sublime che domina tutta Los Angeles. “La vogliamo giovane e sexy. Come ha fatto quella vecchia strega a durare così a lungo?”. Per la star dello show, Elizabeth Sparkle (Demi Moore), un tempo vincitrice di un Oscar e che ora festeggia il suo 50mo compleanno, la notizia è triste: è stata messa da parte. Ma un incidente d'auto le apre prospettive miracolose grazie a un prodotto segreto, The Substance, che garantisce giovinezza, bellezza e perfezione attraverso la duplicazione cellulare.

Una volta che il processo viene attivato, stabilizzato ogni giorno e scambiato obbligatoriamente ogni sette giorni, le iniezioni si susseguono velocemente e presto ci sono due versioni di Elizabeth: un corpo inanimato nel bagno (che deve essere alimentato tramite flebo) e uno vivente. La vecchia matrice e la giovane Sue (Margaret Qualley), il suo doppio prometeico con un corpo che sembra scolpito nel bronzo e che supera con successo il casting per diventare la star del nuovo show, iniziano a vivere alternativamente per sette giorni. Ma la situazione degenera rapidamente a causa del crescente desiderio di Sue di aggirare la regola fondamentale: “Non dimenticare che voi due siete Una”...

Rilettura ultra-fisica e fantascientifica del classico atto di passare attraverso lo specchio e della pericolosa sete di immortalità, questo avatar post-moderno, al femminile, di Dorian Gray eccelle nei suoi eccessi: la carne si spacca, il sangue cola e tutto è “sopra le righe”, i corridoi, il sessismo incarnato dal produttore Harvey (Dennis Quaid), l'appetito, il desiderio e l'odio per l'altro sé. Il tutto è girato con un'intensità deliziosamente feroce (attraverso inquadrature dall'alto e dal basso), perfettamente in linea con Revenge [+leggi anche:
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(il primo lungometraggio del regista) e in un diluvio di suoni e musica. Esplorando la ben nota dualità dell'anima, il film promuove anche (consapevolmente o meno?) l'uso di droghe (rappresentando spacciatori, crisi di astinenza, fuga dalla realtà per un paradiso artificiale, overdose). Non è certo una novità sul grande schermo, ma non è mai stata mostrata in modo così diretto e viscerale sotto forma di intrattenimento. Riciclando palesemente vecchie ricette (lo specchio incantato di Biancaneve, La mosca di Cronenberg, Elephant Man di Lynch, Carrie di De Palma, Shining di Kubrick, ecc.) all’interno di un involucro sensazionalistico, The Substance si rivela un film pericolosamente attraente.

The Substance è prodotto da Working Title (Regno Unito) e A Good Story (Francia) con Universal Studios, ed è coprodotto dalla società francese Blacksmith. Il film è venduto nel mondo da The Match Factory.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 20/05/2024: Cannes 2024 - The Substance

16 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Coralie Fargeat, Demi Moore, Dennis Quaid
© 2024 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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