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CANNES 2024 Un Certain Regard

Recensione: Armand

di 

- CANNES 2024: L'esordiente norvegese Halfdan Ullmann Tøndel propone un succulento pezzo di tossicità nordica, interpretato da Ellen Dorrit Petersen e Renate Reinsve

Recensione: Armand
sx-dx: Thea Lambrechts Vaulen, Renate Reinsve, Øystein Røger e Vera Veljovic in Armand

Dopo due promettenti cortometraggi e un’esperienza come assistente alla regia di Joachim Trier, Halfdan Ullmann Tøndel presenta il suo primo lungometraggio, Armand [+leggi anche:
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, nella sezione Un Certain Regard del 77mo Festival di Cannes. Il solido cast comprende le apprezzate attrici Ellen Dorrit Petersen (Blind [+leggi anche:
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) e Renate Reinsve (La persona peggiore del mondo [+leggi anche:
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).

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Per quanto riguarda il regista stesso, pochi filmmaker emergenti sono benedetti/caricati dalle aspettative che circondano questo ragazzo prodigio norvegese di 34 anni, per via del suo pedigree. Sua nonna Liv Ullmann ha alle spalle otto decenni di recitazione, scrittura e regia epocali; il nome di suo nonno Ingmar Bergman è più o meno sinonimo di storia del cinema assoluto; sua madre, Linn Ullmann, è una scrittrice affermata, pluripremiata e tradotta. Forse è per questo che Armand è spesso eseguito con disinvoltura e, pur trattando un tema universale (esplorato anche in Monster di Hirokazu Kore-eda l'anno scorso), ha un'atmosfera e un aspetto molto nordici.

Al centro ci sono due ragazzi, coinvolti in un recente incidente scolastico in cui sarebbero state pronunciate frasi troppo adulte di natura cruda e sessuale. Viene organizzata una riunione dei genitori, che vede da una parte la madre single di Armand, Elisabeth (Reinsve), e dall'altra Sarah e Anders (Petersen e Endre Hellestve), i genitori del presunto abusato Jon. Al tavolo ci sono anche l'insegnante Sunna (Thea Lambrechts Vaulen) e l'infermiera Asja (Vera Veljovic). L'incontro inizia male: la giovane Sunna si innervosisce e sbaglia le dichiarazioni che aveva preparato, mentre la più intraprendente Asja soffre di occasionali perdite di sangue dal naso, che inficiano letteralmente la sua autorità. Elisabeth scoppia in risatine incontrollabili, Sarah è sempre più risentita e Anders si sente progressivamente a disagio, anche a causa di alcune testimonianze contrastanti della moglie sulle condizioni di Jon. Almeno all'inizio, il preside Jarle (l'illustre decano del palcoscenico Øysten Røger) si aggira per i corridoi, sperando che il problema si risolva in sua assenza: una strategia che predilige per qualsiasi conflitto.

La prima metà di Armand è svolta con la massima abilità, ricordando sia il rigore estetico del meraviglioso Beware of Children [+leggi anche:
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di Dag Johan Haugerud, sia le tante stranezze di Ruben Östlund (in particolare la scena della risatina). La recitazione di tutti è impeccabile e le immagini e il sonoro sono pieni di dettagli raffinati, dal tintinnio degli orecchini di Elisabeth e il suono ricorrente di un allarme antincendio difettoso a un'inquietante tuta rossa per bambini appesa a un appendiabiti del corridoio (sfumature di Argento?). Una tossicità che risulta succulenta, tanto densa da essere tagliata con un coltello e assaporata dai sensi.

La seconda metà decide di fuggire dalla sua claustrofobica premessa di un'opera da camera, con improvvise esplosioni di musica e danze come esempi lampanti – una mossa che lascerà perplesso qualche spettatore. Molto tempo nella trama è dedicato alla rivelazione di un retroscena che coinvolge il defunto fratello di Sarah, Thomas, un tempo sposato con Elisabeth, che a volte ci porta fuori strada. Detto questo, alcuni dei momenti migliori di qualsiasi film in concorso a Cannes 2024 si trovano sicuramente in Armand. Sia nonna Liv che nonno Ingmar approverebbero di cuore.

Armand è una coproduzione norvegese-olandese-tedesco-svedese guidata da Eye Eye Pictures, e coprodotta da Keplerfilm, Prolaps, One Two Films, Zefyr e Film i Väst. Le vendite internazionali sono curate da Charades.

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(Tradotto dall'inglese)

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