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CANNES 2024 Cannes Première

Recensione: Miséricorde

di 

- CANNES 2024: Alain Guiraudie tesse un delizioso studio sulla natura umana, a metà strada tra film noir e commedia, nella micro-società di un villaggio isolato

Recensione: Miséricorde
Félix Kysyl in Miséricorde

"È per questo che stai mettendo insieme questa storia incredibile?". Segretezza, doppi sensi, potere del desiderio, bugie e verità, raccolta di funghi e aperitivi a volontà: con Miséricorde [+leggi anche:
intervista: Alain Guiraudie
scheda film
]
, che ha entusiasmato la sezione Cannes Première del 77mo Festival di Cannes, il regista francese Alain Guiraudie dimostra ancora una volta la sua deliziosa singolarità, meticolosamente realizzata con il bisturi di una formidabile sceneggiatura che dapprima compie ampie curve espositive prima di un susseguirsi di serrate svolte narrative prima di arrivare al cuore di nascosti sentieri nella foresta e stretti vicoli umani in cui ogni sorpresa è possibile.

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Il film sviluppa questa graduale estensione del regno delle coincidenze nel corso di dieci giorni, concentrandosi su cinque personaggi principali (e tre comprimari) riuniti nel piccolo villaggio di Saint-Martial, incastonato nelle montagne dell'Ardèche, dove tutto inizia con il funerale del fornaio locale. Jérémie (Félix Kysyl), l'ex apprendista fornaio, torna a fomentare invidie e gelosie, ospitando la placida vedova Martine (Catherine Frot), con grande disappunto e tensione del figlio Vincent (Jean-Baptiste Durand). Se a questo si aggiungono il solitario Walter (David Ayala) e un parroco (Jacques Develay) che continuano a spuntare nei momenti e nei luoghi più inaspettati, ecco i protagonisti di un formidabile ed esilarante meccanismo di movimenti diurni e notturni e di impollinazioni incrociate basate sul principio della ripetizione (dal bosco alla camera da letto, dalla casa di Walter al tavolo della cucina di Martine, dove si discute sull'evolversi della situazione). Perché molto rapidamente si assiste a una scomparsa (che lo spettatore sa essere un omicidio commesso da Jérémie), a domande, a sospetti e a un'indagine di polizia. Ma essendo l'opera dell'estroso Alain Guiraudie, dietro a tutto questo c'è molto di più.

“Questo tipo di desiderio non si può inventare". Il regista eccelle nell'arte di creare un'aura di stranezza trattenuta in un ambiente che, all'apparenza, è assolutamente normale. Sfrutta al meglio l'ambientazione autunnale (Claire Mathon  è il direttore della fotografia) per creare un sottile mix di umorismo delicatamente beffardo e un innegabile affetto per le umanissime debolezze sentimentali dei suoi personaggi della Francia più profonda ("ognuno ha diritto alla propria vita privata"). Intrecciando un avvicinamento graduale, confessioni sconcertanti e bugie a geometria variabile, il film flirta idealmente con le zone grigie ("è probabile che lui non ti ami come lo ami tu o come vorresti che ti amasse") dove spesso il passo tra un abbraccio e un litigio è breve, in una società in cui tutti sanno davvero tutto e ognuno si arrangia come può con la propria coscienza.

Miséricorde è prodotto da CG Cinéma in coproduzione con Scala Films e Arte France Cinéma, Andergraun Films (Spagna) e Rosa Filmes (Portogallo). Le vendite internazionali sono affidate a Les Films du Losange.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 21/05/2024: Cannes 2024 - Miséricorde

12 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Cannes 2024 - Miséricorde
© 2024 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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