Recensione: L'orchestra stonata
di Jan Lumholdt
- CANNES 2024: Due improbabili fratelli si legano grazie alla musica, le risate e le lacrime in un archetipico feel-good movie francese diretto da Emmanuel Courcol

Proiettato nella sezione Cannes Première del 77mo Festival di Cannes, L'orchestra stonata [+leggi anche:
trailer
intervista: Emmanuel Courcol
scheda film] è il terzo lungometraggio di finzione dell'attore-sceneggiatore-regista Emmanuel Courcol. La storia ruota attorno a due fratelli e ancora di più attorno alla musica, un linguaggio che è il più forte che ci possa essere quando si tratta di unire le persone, per quanto diverse possano sembrare.
In effetti, Thibaut (Benjamin Lavernhe) e Jimmy (Pierre Lottin) non potrebbero essere più dissimili, almeno a prima vista. Il nostro primo incontro con Thibaut avviene nel suo habitat più naturale: il podio di un direttore d'orchestra di fama internazionale. Mentre guida con sensibilità, passione e brillantezza la sua orchestra sinfonica durante una prova, improvvisamente cade. Una visita allo studio medico rivela una grave malattia che richiede il midollo osseo di un parente stretto, il più immediato dei quali è la sorella minore di Thibaut. Ma non solo lei è incompatibile, i due non sono nemmeno biologicamente imparentati, come rivelano le molecole del DNA.
E così, la verità viene fuori: Thibaut è stato adottato e ha anche un fratello. Entra così in scena Jimmy, un impiegato della mensa, presuntuoso e scavezzacollo, che vive a Lille, una zona operaia della Francia settentrionale. Jimmy inizialmente accoglie la notizia del fratello, “Mr. Posho”, con un deciso rifiuto, ma alla fine accetta di donare. Il trapianto ha successo, e questo dovrebbe bastare. Ma quando sentono la tromba di Clifford Brown, i due trovano un terreno comune, per di più su un piano pienamente paritario e democratico, e un legame saldo e indissolubile si instaura per sempre.
Lo strumento di Jimmy è in realtà il trombone, in quanto fa parte della banda musicale locale, che sta per perdere il suo direttore. E, come si addice alla categoria di film caldi e accoglienti a cui appartiene ogni centimetro di L'orchestra stonata, la bacchetta viene raccolta da Thibaut. Ne consegue un certo caos, data l'ampia discrepanza tra i collaboratori abituali di Thibaut e l'eterogeneo gruppo attualmente a disposizione, il tutto all'insegna della risata, sia sullo schermo che davanti allo schermo.
Si potrebbe anche versare una lacrima o più (vi sfidiamo a non farlo) quando le condizioni di salute di Thibault peggiorano, con prospettive future disastrose. Tutto questo fa parte della formula collaudata e archetipica, ma è eseguito e recitato in modo ammirevole – Grazie, signora Thatcher, Quasi amici [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] e Ken Loach in un registro comico sono tutti paragoni validi, così come il cinema di Robert Guédiguian, la cui casa di produzione è appunto dietro questo film. Inserito nel bel mezzo di un programma festivaliero che tratta di mutilazioni corporali, gangster che cambiano sesso e l'emergere di Donald Trump, L'orchestra stonata è la boccata d’aria perfetta.
L'orchestra stonata è prodotto dalla francese Agat Films & Cie in coproduzione con France 2 Cinéma. Le vendite internazionali sono guidate da Playtime.
(Tradotto dall'inglese)
Photogallery 20/05/2024: Cannes 2024 - L'orchestra stonata
13 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.