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CANNES 2024 Concorso

Recensione: The Shrouds

di 

- CANNES 2024: Il re dell'horror venereo David Cronenberg trae ispirazione dal proprio dolore per realizzare un tecno-thriller che purtroppo risulta un po' lieve

Recensione: The Shrouds
Vincent Cassel e Diane Kruger in The Shrouds

A soli due anni dall'anteprima sulla Croisette del suo Crimes of the Future [+leggi anche:
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, il maestro del body-horror David Cronenberg è tornato al Concorso di Cannes con la sua nuova proposta, The Shrouds [+leggi anche:
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. Questa volta c’è Vincent Cassel, che vestire i panni di Karsh, un vedovo cinquantenne ancora perseguitato dalle visioni della moglie scomparsa. Tormentato dal dolore, cerca di farne qualcosa; e cosa si potrebbe creare nel mondo di oggi che sia al tempo stesso originale e pratico? Esatto, un'app.

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In qualità di fondatore di GraveTech, Karsh è responsabile sia del software che dell'hardware: il primo è un'originale applicazione per smartphone, mentre il secondo ha la forma di un sudario funebre dotato di telecamere. Lo scopo di questa elaborata tecnologia è - sì, avete indovinato - quello di mostrare continui filmati di sorveglianza della persona amata. Dalla loro tomba.

In contrasto con l'elaborata trama, The Shrouds rimane un film minore, con un'estetica non impegnativa (ad eccezione dei sudari stessi, regali ed eleganti) e un quartetto di interpreti piuttosto sottotono. Cassel è affiancato da Diane Kruger (nei panni di Becca e Terry), Guy Pearce (nel ruolo di Maury, l'ex marito di Terry) e Sandrine Holt (nel ruolo di Soo-min, la nuova fiamma di Karsh). Léa Seydoux era stata precedentemente associata al progetto per interpretare Becca/Terry, ma la scelta è caduta alla fine su Kruger, comunque stellare, per ritrarre queste due sorelle gemelle terribilmente sottovalutate. Lo scrittore-regista canadese si è fatto un nome collegando morte e libido nel corso della sua carriera (si pensi a Crash), ma forse questo argomento lo tocca troppo da vicino. Sebbene Cronenberg abbia dichiarato apertamente che la scomparsa di sua moglie, la montatrice Carolyn Zeifman, avvenuta nel 2017, abbia ispirato la trama del film, questa vicinanza potrebbe essere stata invece un ostacolo.

Nei film di Cronenberg non c'è limite ai progressi tecnologici, che si fondono con i corpi o li trasformano per sempre; nel caso di The Shrouds, però, la trasgressione gioca con il tabù della morte. Quindi la domanda che Karsh deve costantemente affrontare è la seguente: GraveTech è una semplice profanazione o è l'ultimo gesto di devozione?

Se pensiamo alla perdita personale del regista - un'associazione non solo implicita, ma resa evidente da un Cassel che assomiglia a Cronenberg stesso - saremmo propensi a scegliere la seconda lettura. Ma ci sono troppi momenti in cui il film opta per una semplificazione dei suoi personaggi (femminili) e riduce il desiderio al carnale, invece di usare la carnalità per affrontare gli aspetti metafisici dell'amore e della perdita.

Per il look del film Cronenberg è tornato a collaborare con il direttore della fotografia di Crimes of the Future Douglas Koch, la cui macchina da presa cattura gli scambi emotivi e il sesso con lo stesso disinteresse oggettivo, mentre la musica di Howard Shore conferisce al film un velo cerimonioso e minaccioso. Ma sotto quel velo c'è la decadenza, e questa è una cosa che sembra impossibile da estetizzare. Per una volta, Cronenberg avrebbe fatto meglio a sottolineare il potere libidico di un soggetto più che le sue proprietà romantiche.

The Shrouds è prodotto dalle francesi SBS Productions e Saint Laurent e dalla canadese Prospero Pictures. SBS International si occupa delle vendite mondiali del film.

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(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 20/05/2024: Cannes 2024 - The Shrouds

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© 2024 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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