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CANNES 2024 Quinzaine des Cinéastes

Recensione: East of Noon

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- CANNES 2024: Nel suo secondo lungometraggio, Hala Elkoussy crea una caotica storia popolare ambientata in una bizzarra compagnia teatrale governata da un tiranno infantile

Recensione: East of Noon

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di Hala Elkoussy è probabilmente un film ispirato a molti altri del cinema africano (le note stampa affermano che "invoca lo spirito del nuovo cinema africano e arabo degli anni '60 e '70"), ed è ricco di riferimenti letterari e visivi. A prima vista si percepisce che ogni scena è accurata, ma purtroppo il film nel suo complesso potrebbe avere difficoltà a tenere incollati gli spettatori. Il secondo lungometraggio del regista egiziano è stato presentato in anteprima mondiale alla Quinzaine des cinéastes del Festival di Cannes.

Prima di tutto la trama è caotica e difficile da descrivere. Ci troviamo in una landa industriale desolata, nel bel mezzo del nulla. Qui seguiamo un gruppo di giovani che lavorano per quella che sembra essere una compagnia teatrale strampalata, governata da un tiranno dal carattere infantile chiamato Shawky lo Showman (interpretato dal veterano Ahmed Kamal), ossessionato dai biglietti della lotteria e dalle zollette di zucchero. Tra i giovani, Abdo Galala (il diciannovenne esordiente Omar Rozeik) e Nunna Lolly (la ballerina Fayza Shama) si mettono gradualmente al centro della scena.

In tutta franchezza c'è ben poco da dire. Dall'inizio alla fine siamo essenzialmente immersi in un'atmosfera onirica in cui gli eventi si svolgono in modo non lineare e le relazioni tra i personaggi sono difficili da decifrare. Il film è quasi interamente girato in bianco e nero e l'apparizione del colore in poche, sporadiche occasioni è una scelta che si potrebbe definire enigmatica.

Certo, ci sono alcuni momenti che possono abbagliare e affascinare: spesso riguardano gli spettacoli della compagnia e i personaggi che danzano. Ma non bastano a rendere avvincente il lavoro di Elkoussy. Anche lo scontro intergenerazionale e il contrasto tra il paesaggio industriale e aspro e il mare sono elementi che avrebbero potuto essere approfonditi, ma alla fine rimangono sullo sfondo e sono appena accennati.

L'unica nota positiva è legata alla fotografia del film, girato da Abd El-Salam Moussa in 16 mm che in particolare fa un ottimo lavoro nel giocare con le ombre, la sabbia e il fumo e nel filmare gli interni scarsamente illuminati. Anche se alcune immagini sono sorprendenti, questo film manca di una narrazione solida e, in poche parole, di una ragione d'essere decente.

Il film insomma non riesce a offrire nulla di notevole o di memorabile, limitandosi a grattare la superficie e a perdere la strada, mentre mette in scena simboli e metafore incomprensibili e lascia troppe cose non dette. L'approccio a ruota libera, in stile film d'autore, non porta a un finale gratificante, ma lascia ancora più domande senza risposta.

East of Noon è prodotto dalle società olandesi Vriza e Seriousfilm, con l’egiziana Nu'ta Films.

(Tradotto dall'inglese)

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