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CANNES 2024 Un Certain Regard

Recensione: Niki

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- CANNES 2024: Il ritratto di un'artista incompresa è il frustrante esordio alla regia dell'attrice nominata ai César Céline Sallette

Recensione: Niki
Charlotte Le Bon in Niki

Una principessa bianca come il latte, con labbra rosso fuoco e una corona di rubini in testa: la scena iniziale di Niki di Céline Sallette crea un'immagine suggestiva. Si tratta di un'aristocratica o forse di una modella? In realtà, è entrambe le cose, ma la protagonista desidera separarsi da entrambe le identità, poiché questa vita apparentemente glamour le pesa e ha già causato danni irreparabili alla sua immagine e alla sua salute mentale. Sallette dirige un ritratto-biopic della pionieristica artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle al suo debutto nel lungometraggio, presentato in anteprima a Un Certain Regard di Cannes.

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Con una protagonista interpretata in tutta la sua eccentricità dall'attrice canadese Charlotte Le Bon, la regista suggerisce che la scrittrice è stata quasi totalmente incompresa, respinta inizialmente per la sua personalità idiosincratica causata da un'infanzia traumatica, e in seguito privata del sostegno che meritava. Il film di Sallette è incentrato sulla vita precedente di Niki con il suo primo marito, Harry Matthews (John Robinson), e si conclude con la morte emotiva di Niki Matthews e la sua rinascita come Niki de Saint Phalle. Partendo dal 1952,  Niki ripercorre  attraverso gli anni la vita dell'artista, da attrice a pittrice e scultrice, nonché i suoi vari soggiorni in una struttura psichiatrica a causa della sua propensione a collezionare coltelli e armi - una risposta all'abuso sessuale da parte del padre che la perseguita per tutta la vita, come viene accennato nel film. I flashback della sua infanzia la seguono ovunque vada e lei si muove lentamente verso l'autonomia personale, liberandosi dai confini sociali in cui è stata messa.

Una cosa è capire perché Sallette fosse così attratta dal grande mito di de Saint Phalle, ma un'altra è che questo interesse approdi al cinema. Con una sceneggiatura scritta da Sallette con Samuel Doux, il film è impantanato in scelte di trama confuse e da un insieme di personaggi purtroppo insipidi, fatta eccezione forse per un irresistibilmente dolce Jean Tinguely - scultore ed futuro secondo marito di Niki - interpretato da Damien Bonnard. I frequenti e irregolari salti temporali contribuiscono a una narrazione difficile da seguire, lasciando troppo poco tempo per assorbire i personaggi e il loro impatto sulla vita di Niki. È facile schierarsi con la Niki di Le Bon e con la sua natura volitiva, se inserita in un ambiente patriarcale che respinge le donne come isteriche, ma non è sufficiente per comprendere appieno il motivo per cui l'artista dovrebbe davvero rimanere nella memoria dello spettatore.

Per il resto, il film è sostenuto dalle interpretazioni di un cast eccellente e da un insieme di vibranti scelte creative. Con i suoi colori vivaci, la tavolozza satura e questo  ritratto di un'artista cosiddetta "problematica", Niki evoca immagini stile The Electrical Life of Louis Wain [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
di Will Sharpe, anch'esso fissato su una figura eccentrica ma straordinaria. I costumisti Marion Moulès e Matthieu Camblor attraversano le epoche con abiti che mostrano la trasformazione e l'evoluzione personale di Niki. Tra ariosi fiati e audaci ottoni, la musica di Para One, collaboratore di lunga data di Céline Sciamma, è un punto di forza particolare, che porta la complessa mente della protagonista in un suo regno auditivo quando si muove verso la definitiva auto-liberazione.

Niki è una produzione franco-belga di Cinéfrance Studios e Wild Bunch, in coproduzione con France 2 Cinéma, One Cinq, Panache Productions, La Compagnie Cinématographique, Proximus/Voo/Be Tv e Hologram. Le vendite internazionali sono gestite da Pulsar Content.

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(Tradotto dall'inglese)

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