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CANNES 2024 Proiezioni di mezzanotte

Recensione: The Surfer

di 

- CANNES 2024: Nicolas Cage dà ancora una volta il massimo nel thriller psicologico ambientato su una spiaggia di Lorcan Finnegan

Recensione: The Surfer
Nicolas Cage in The Surfer

A giudicare dal titolo del quarto film del regista irlandese Lorcan Finnegan, The Surfer [+leggi anche:
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, ci si aspetterebbe di vedere un protagonista indicato per fare questo sport acquatico. Invece il protagonista (visibilmente) quarantenne o cinquantenne (ma senza nome),  interpretato nientemeno che da Nicolas Cage, indossa un abito di buona fattura e guida una costosa automobile. Il film si apre con una sequenza in auto in cui Cage tiene una lezione al figlio adolescente (Finn Little) sulle qualità trascendentali del surf. Il suo discorso è poetico e astratto in modo divertente, e rivela più nervosismo che filosofia. Il divorzio, l'allontanamento e il fatto che la paternità gli stia sfuggendo dalle mani ci dipingono il surfista come un personaggio immediatamente simpatico. Ma se si considera l'inclinazione di Finnegan per la costruzione di mondi inquietanti, la disponibilità di Cage ad annientarsi in nome dell'arte e il fatto che The Surfer è stato presentato in anteprima alla proiezione di mezzanotte di Cannes, si sa già che le cose non saranno così chiare.

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Avendo perso il padre in giovane età, il personaggio di Cage vuole dare al figlio il meglio che può, ed è per questo che entrambi si ritrovano a guidare attraverso l'Australia meridionale fino a un luogo remoto chiamato Luna Bay: il surfista è nato e cresciuto lì. Ma non appena padre e figlio si recano in spiaggia per, ehm, fare surf, una gang piuttosto aggressiva li avverte: "Non siete di qui, non fate surf qui". Da quel momento in poi la tensione non fa che aumentare e The Surfer sembra l’ennesimo film in cui gli outsider vengono puniti. Un profondo senso di ingiustizia alimenta l'interpretazione di Cage, e uno spettatore esperto proverà piacere nel vederlo subire insulti e abusi fino a quando non ne potrà più. Chi ha apprezzato Mandy [+leggi anche:
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o anche Il colore venuto dallo spazio, si troverà di fronte a una delizia.

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, il thriller  distopico interpretato da Jesse Eisenberg e Imogen Poots, e nel frattempo ha realizzato Nocebo [+leggi anche:
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, un horror agghiacciante con Eva Green, la cui uscita è stata bloccata dalla pandemia. Ora, con Cage al suo fianco, si spera di vedere riaccendersi l'interesse per l'acuta sensibilità di Finnegan nei confronto del cinema di genere. Fortunatamente, il nuovo film vanta una sceneggiatura di Thomas Martin, costellata di battute spiazzanti e terrore incombente, proprio come piace a Finnegan. The Surfer potrebbe rappresentare la svolta sul grande schermo per lo sceneggiatore irlandese, che finora ha lavorato soprattutto per la televisione. Questo thriller psicologico ambientato sulla spiaggia ha un grande potenziale.

La posta in gioco è una casa sulla spiaggia - apparentemente la vecchia casa d'infanzia del surfista - e anche se non vediamo mai la casa in questione, essa rappresenta una luce guida nell'oscurità e un modo per superare gli ostacoli che seguiranno. Se - spera il protagonista - riuscirà a ricomprare la casa prima di Natale, la vita tornerà ad essere bella. Ma la gang iperprotettiva dei "beach boys" ha altri piani. Come al solito, Finnegan reinventa la claustrofobia come implicita nel tessuto sociale, mettendo in discussione la normatività degli incontri interpersonali rendendoli inquietanti e illogici. Detto questo, non sembra un regista pessimista, il suo senso dell'umorismo dark raggiunge il suo apice con The Surfer. Impregnato di un onesto senso di autoironia, il film prende in giro la mascolinità tossica e la cultura incel, così come la paranoia che la circonda. Ma sotto sotto, la motivazione che spinge tutti ad agire è l'amore, e l'amore a volte può sembrare una follia. In questo modo, Finnegan sovverte abilmente la "regola del surfista" di Luna Bay e suggerisce che ogni circuito di violenza può essere spezzato.

The Surfer è prodotto da Tea Shop Productions (Regno Unito), Lovely Productions (Irlanda), Arenamedia Pty (Australia) e Gramercy Media (USA). North Five Six si occupa delle vendite internazionali del film.

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(Tradotto dall'inglese)

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