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CANNES 2024 Un Certain Regard

Recensione: Flow

di 

- CANNES 2024: L'avvincente storia in animazione di Gints Zilbalodis, che racconta di un gatto nero all'indomani di un'alluvione catastrofica, è la gemma nascosta del Festival di Cannes di quest'anno

Recensione: Flow

Dopo il dramma The Shoe di Laila Pakalnina, ci sono voluti più di 25 anni perché la Lettonia si assicurasse un altro posto nella selezione ufficiale del Festival di Cannes. Questa lunga attesa è stata finalmente premiata grazie al secondo lungometraggio di Gints Zilbalodis, Flow [+leggi anche:
trailer
intervista: Gints Zilbalodis
scheda film
]
, presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard del festival francese.

La storia di questo bellissimo film d'animazione, scritto dal regista insieme al talentuoso Matīss Kaža, è tanto semplice quanto coinvolgente. Il mondo sembra volgere al termine, o almeno ci rendiamo conto che l'umanità e la civiltà sono state spazzate via. Le vestigia della presenza umana sono ancora visibili, ma gli animali e la natura tornano a dominare il nostro pianeta. All'indomani di una grande alluvione, seguiamo un simpatico gatto nero - timoroso ma carismatico e affettuoso - che trova rifugio su una barca popolata da varie specie. Scampato alla catastrofe, l'improbabile gruppo di animali si allea e intraprende un lungo viaggio navigando in paesaggi mistici e sommersi e affrontando i pericoli dell'adattamento a questo nuovo mondo.

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A prima vista, si potrebbero percepire alcune vibrazioni che ricordano vagamente Stray, un gioco d'avventura prodotto da Annapurna Interactive e pubblicato l'anno scorso, e a ragione. In questo gioco un gatto randagio si muove in un mondo distopico e post-apocalittico. Ma in Flow non ci sono robot, c'è poca malinconia e l'intera palette dei colori è molto più luminosa - per non dire più speranzosa - rispetto all'onnipresente atmosfera "doom and gloom" tipica del game di Annapurna.

Detto questo, l’aspetto visivo piacevole non implica la presenza di una narrazione edulcorata; al contrario, Flow è un'esperienza altamente emotiva e coinvolgente, priva di dialoghi ma arricchita da conflitti e scontri. La maggior parte provocati dalle lotte degli animali che seguono i loro istinti e adottano comportamenti che possono assomigliare, almeno in parte, alla natura umana.

Inoltre il nostro gatto nero attraversa un interessante arco narrativo, cambiando il suo rapporto con il mondo attraverso i suoi nuovi amici. È qualcosa che emerge in modo naturale, e non è certo un compito facile mostrare questo tipo di sviluppo del personaggio in una storia priva di dialoghi.

 Il paesaggio sonoro, poi, è reale e convincente in ogni minimo dettaglio (dai suoni ambientali alle fusa e ai miagolii dei gatti); la colonna sonora è coinvolgente e maestosa. Dal punto di vista estetico, l'immagine è una festa per gli occhi e sfrutta al meglio l'esperienza del grande schermo. E, naturalmente, l'animazione è fluida e ben realizzata.

Senza giri di parole, Flow è la vera gemma nascosta di questa edizione di Cannes. Si tratta di una storia incentrata sugli animali ma è così "umana" ed è così semplice entrare in relazione con essa da risultare toccante e commovente, e fa leva sulle corde del cuore, sia per i bambini che per gli adulti. Ha il potenziale per essere venduto in tutto il mondo, forse segnando l'inizio di un nuovo capitolo per l'animazione europea.

Flow è una coproduzione europea di Dream Well Studio (Lettonia), Sacrebleu Productions (Francia) e Take Five (Belgio). Charades si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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