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TRIBECA 2024

Recensione: Family Therapy

di 

- Incentrato su una ricca famiglia slovena, il terzo lungometraggio di Sonja Prosenc è una satira sociale brillante che ci chiede di ridere e poi di empatizzare

Recensione: Family Therapy
Katarina Stegnar, Marko Mandić, Mila Bezjak e Aliocha Schneider in Family Therapy

Ecco a voi i Kralj, famiglia nouveau-riche che vive in una splendida casa, ricca di finestre in mezzo al bosco. Ogni aspetto della loro vita è in ordine: l'autoproclamato macho Aleksander (Marko Mandić) è sposato con la pura e sempre adeguata Olivia (Katarina Stegnar), e insieme costituiscono le fondamenta della famiglia perfetta. La loro silenziosa ma letale figlia adolescente Agata (Mila Bezjak) sfoggia una parrucca bruna alla Sia - ogni centimetro della sua testa è a posto. Questa è il piatto che Sonja Prosenc ci offre nella tragicomica satira sociale Family Therapy [+leggi anche:
intervista: Sonja Prosenc
scheda film
]
, suo terzo lungometraggio, in concorso in anteprima mondiale nell’International Narrative Competition del Tribeca.

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Fin dall'inizio ci si presenta uno scorcio gioioso di ogni giro di vite della famiglia, mentre cominciano ad apparire le crepe invisibili nella facciata della famiglia Kralj. Agata è costretta a studiare a casa, a causa dell'iperprotettività di Olivia. Arriva anche il giovane francofono Julien (Aliocha Schneider), che scopriamo essere il figlio di Aleksander, nato da una relazione quando era molto più giovane, e che rimarrà con la famiglia per un periodo di tempo indeterminato.

I Kralj sono scossi come un frullato, e il background non proprio di alto lignaggio di Julien crea una spaccatura nella famiglia. Quando un'altra famiglia bussa alla loro porta dopo un guasto alla macchina, Julien li fa entrare in casa - un atto del tutto sordido e proibito per i Kralj, che osservano con disprezzo. Forse sono immigrati o addirittura - osano dire - rifugiati? Ma l'arguzia e l'onestà del giovane iniziano a rompere il guscio accuratamente costruito di Agata, che inizia a ribellarsi ai suoi genitori. Anche l'ordinata casa di vetro inizia a rompersi sotto la pressione di questi tumulti, diventando sempre più disordinata e riflettendo la situazione della famiglia.

I paralleli cinematografici sono facili da rintracciare: Family Therapy potrebbe essere il figlioccio delle scenografie e delle dinamiche familiari di Parasite di Bong Joon-ho e del tono satirico asciutto e anticonformista di The Lobster [+leggi anche:
recensione
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Q&A: Yorgos Lanthimos
scheda film
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di Yorgos Lanthimos. Il direttore della fotografia Mitja Ličen completa il tutto creando un’immagine incredibilmente pulita e brillante in ogni scena per completare il tentativo di proiezione della famiglia. Anche la colonna sonora di ispirazione barocca del gruppo sloveno Silence (Primož Hladnik e Boris Benko), che il film dichiara ispirata all'opera King Arthur di Henry Purcell della fine del XVII secolo, integra perfettamente Le quattro stagioni: Inverno di Antonio Vivaldi ed evoca la colonna sonora de La Favorita, anch'essa con Purcell e Vivaldi. Le sequenze fulminee di archi che spuntano nei momenti opportuni conferiscono una sorta di giocoso umorismo alle motivazioni dei personaggi.

Prosenc non ci va tanto per il sottile su ciò che sta criticando e su come lo fa: uno spezzone di un'intervista a Slavoj Žižek sulla cosiddetta "crisi dei migranti" in Europa si sente a tutto volume sull'autoradio mentre la famiglia Kralj si allontana dall'altra famiglia che ha bisogno d’aiuto, con l'auto che fuma in lontananza. Suddiviso in più capitoli, gli elementi da dark-comedy del film si impennano con momenti di autentiche risate suscitate dal comportamento oscenamente privilegiato della famiglia. Man mano che la storia prosegue a ciascuno dei quattro personaggi viene dato il tempo di valutare i propri percorsi, ma il tempo non è sufficiente per completare la storia. Passando da una classica commedia dark a un dramma più convenzionale, la seconda metà è in definitiva meno soddisfacente della prima. Con alcuni personaggi possiamo entrare in empatia, con altri non così facilmente. In ogni caso Prosenc riesce a incoraggiarci a tifare per la liberazione della famiglia dai valori autoimposti in un finale amaro.

Family Therapy è una coproduzione tra la slovena MONOO, l'italiana Incipit Film, la norvegese Incitus Films, la croata Wolfgang & Dolly e la serba Living Pictures. Le vendite mondiali sono gestite da MONOO.

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(Tradotto dall'inglese)

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