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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Dall’alto di una fredda torre

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- Oggetto inconsueto nel panorama italiano, il debutto di Francesco Frangipane è un dramma familiare-esistenziale che tiene alta l’attenzione dello spettatore grazie all’ottima performance del cast

Recensione: Dall’alto di una fredda torre
Edoardo Pesce e Vanessa Scalera in Dall’alto di una fredda torre

Quando i protagonisti di un film sono due gemelli, se non è una commedia statunitense si tratta probabilmente di un thriller psicologico o un body horror alla Cronenberg (in Europa, pensiamo al disturbante duo austriaco Severin Fiala & Veronika Franz). Alla sua prima prova nel lungometraggio di finzione, Dall’alto di una fredda torre [+leggi anche:
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, Francesco Frangipane utilizza più sommessamente le implicazioni ontologiche del rapporto tra fratelli gemelli per porre i protagonisti del suo film - e lo spettatore - di fronte ad una inesorabile scelta kantiana. Dopo la premiere alla Festa di Roma, il film è dal 13 giugno nelle sale italiane con Lucky Red.

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Seduta a pranzo, una normale famiglia della classe media in una cittadina del centro Italia - i due genitori ultrasettantenni in pensione (Anna Bonaiuto e Giorgio Conageli) e i gemelli che vanno per i 50 Antonio ed Elena (Edoardo Pesce e Vanessa Scalera) – stanno giocando al classico “chi butteresti dalla torre?”. Una anticipazione di ciò che accadrà più tardi. Antonio ed Elena condividono infatti un segreto. I medici che hanno in cura i genitori hanno rivelato che mamma Michela e papà Giovanni soffrono entrambi di una malattia genetica degenerativa (coincidenza plausibile solo con una volontaria sospensione dell'incredulità), risolvibile però con un trapianto di midollo osseo. I due figli si sono offerti senza esitare, ma si è scoperto che Mario ha un’anomalia cromosomica e non c’è tempo per richiedere un donatore o cercare altri consanguinei. Elena è l’unica donatrice in gioco e l’interrogativo cosmico è: salvare mamma o papà?

La significativa questione, con tutti i suoi effetti e conseguenze sulle relazioni, apre la strada ad accese discussioni e drammatici confronti tra i due fratelli che, va detto, sono entrambi single e senza figli ed hanno un legame simbiotico con tratti allusivamente morbosi. Consapevoli che dopo quella decisione le cose non saranno più le stesse, i due rischiano la perdita della bussola morale e la capacità di giudicare ciò che è giusto e sbagliato, e in questo giocare ad essere Dio, cominciano ad annaspare nel buio della ragione.

Oggetto inconsueto nel panorama cinematografico italiano, Dall’alto di una fredda torre è tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Filippo Gili che lo stesso Frangipane ha diretto a teatro. Regista di opere teatrali, documentari e fiction televisive, l’esperto Frangipane ha allargato al grande schermo un dramma familiare-esistenziale che richiama la tragedia greca e Dostoevskij, incorporando il complesso edipico e quello di Elettra e il tema dell’alterità (“L’unicità dell’essere umano è messa in discussione dall’esistenza dei gemelli”, aveva commentato David Cronenberg a proposito del suo Inseparabili). Nella trasposizione cinematografica Frangipane allarga i confini dello stage teatrale immergendo la vicenda nella natura selvaggia di una regione splendida come l’Umbria - fotografata con nebbiosa naturalezza da Sammy Paravan - e i tra i vicoli e le piazze di Gubbio. Anche se non mancano sofferenti dialoghi in interni.  Questo non stempera la tensione e l’angoscia, ma ne spezza certamente la meccanicità nella seconda metà del film, quando il dispositivo sembra girare un po’ a vuoto. L’attenzione dello spettatore rimane relativamente alta grazie soprattutto alle straordinarie performance dei quattro attori, anche se la sceneggiatura di Gili avrebbe potuto sottrarsi a certe parafrasi simboliche ingombranti come il cavallo bianco che fugge dalla tenuta di campagna di Antonio e si aggira come un unicorno per le valli (la purezza perduta?), i sogni da manuale freudiano, il comportamento bizzarro e ben poco professionale della dottoressa (Elena Radonicich).

Dall’alto di una fredda torre è prodotto da Lucky Red, in collaborazione con Sky Cinema e Rai Cinema. True Colours si occupa delle vendite internazionali.

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