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TRIBECA 2024

Recensione: Jago: Into the White

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- Il documentario di Luigi Pingitore dedicato a Jago, il giovane scultore italiano con un milione di followers sui social, evita il cliché dell’artista chiuso nel suo mondo

Recensione: Jago: Into the White

“In un periodo storico in cui siamo bombardati di immagini che switchiamo continuamente sul telefono, trasformare l’immagine in una forma scultorea significa che non può più essere spostata, e la stai fissando nella memoria collettiva”.  Decine di questi pensieri modernissimi e virali, lanciati da Jacopo Cardillo alias Jago, punteggiano il documentario di Luigi Pingitore dedicato al 37nne artista italiano, Jago: Into the White, delineandone la filosofia. Il film ha appena avuto la sua premiere mondiale in Spotlight Documentary del Tribeca Film Festival.

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Dal chiarore abbagliante di una cava di marmo a Carrara, dove Jago sceglie i suoi blocchi, lo seguiamo a New York nel dicembre 2019, e lo skyline della Grande Mela si dissolve nei vicoli di Napoli, dove padre Antonio ha offerto all’artista lo studio più bello che si possa immaginare, la chiesa (abbandonata per anni) di Sant’Aspreno ai Crociferi, magnifico edificio in stile barocco nel Rione Sanità. “A Napoli ho imparato che fare scultura vuol dire saper comunicare”. Ed è indubbio che Jago sia un eccellente comunicatore della sua arte.  “È possibile far capire alle persone che vuol dire creare? Probabilmente iniziando dalla materia, dal marmo. Capendo qual è il primo passo nell’esercizio dell’immaginazione”. E aprendo lo studio a tutti.  “L’opera messa al mondo appartiene alla gente e alle gente viene restituita”. Per Jago il rapporto con le persone è fondamentale, “comunicare mi aiuta a capire meglio quello che faccio e aggiunge valore all’opera”.  

Pingitore, che firma anche la sceneggiatura e la fotografia, ci mostra la nascita di una delle sue opere più conosciuta, una “Pietà” che capovolge quella celeberrima di Michelangelo, mostrando un uomo afflitto fino allo spasimo che sorregge il corpo esanime di una donna. Il gesto di ribaltamento delle rappresentazioni classiche non è sovversivo. Jago riconosce il sublime e ci si misura. Ad un talk TEDx a Genova ammette che Michelangelo, Bernini e Leonardo sono stati punti di riferimento da bambino, quando avrebbe voluto essere “ancora più grande di loro”, per affermare che ogni ragazzo dovrebbe ambire all’eccellenza.  Ad Antonio Canova si ispira per la sua tecnica scultorea:  gli schizzi, poi il modello in gesso e l’applicazione di chiodini posti simmetricamente e a una precisa distanza gli uni dagli altri, riportate poi sul marmo con l’aiuto di un pantografo.

È affascinante come un’esperienza che prevede di prendere a colpi di martello e scalpello un blocco di marmo si confaccia ad un giovane che ha grande dimestichezza con i social media (vediamo una sua diretta streaming con 43.600 partecipanti) e supera il cliché dell’artista con la testa tra le nuvole. Quando un gruppo di ragazzini prende a calci la sua opera The First Baby - un gigantesco feto “abbandonato” al centro di Piazza Plebiscito a Napoli – e posta il video su TikTok, lui li invita nel suo studio e fa provare loro i suoi strumenti di lavoro. È stato anche attaccato per l’uso dei social media, perché toglierebbe poetica alla sua arte. “Ma il mio lavoro è cresciuto liberamente in quella dimensione di condivisione. Era una necessità”.  Ha vissuto e lavorato tra Italia, Cina, America ed Emirati ma il suo motto è quello: condivisione. Le sue parole sono studiate, controllate, sono quelle di un perfetto artista contemporaneo manager di se stesso. Che vuol essere tutt’uno con la sua opera. Il regista compone intorno a Jago e le sue sculture inquadrature impeccabilmente classiche, con il soggetto al centro. Poi la camera si avvicina, con una confidenza premurosa e allo stesso tempo distaccata. Anche lui, forse, per “ritrovare all’interno del blocco di marmo la forma del modello”.

Jago: Into the White è prodotto da JCJ. Le vendite internazionali sono gestite da Nexo Digital, che lo distribuirà anche nei cinema italiani come evento il 18 e 19 giugno.

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