Recensione: Lo carga el diablo
- L'opera prima di Guillermo Polo è un road movie allucinato e colorato, a metà strada tra il fumetto e il cinema indie nordamericano, ma allo stesso tempo iberico come un film di Bigas Luna

Il mitico cartellone a forma di toro del brandy Osborne. Le disgustose stazioni di servizio sulle strade secondarie. I campeggi con i capanni a tema. Sono solo alcune delle immagini e delle location, tra l'affascinante e l'orripilante, che fanno da set e da sfondo a Devil Dog Road [+leggi anche:
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intervista: Guillermo Polo
scheda film], primo lungometraggio del regista valenciano Guillermo Polo, che ha aperto la 39ma edizione del festival Cinema Jove, in concorso nella sezione ufficiale.
Un road movie ispanico dalla grande forza visiva che attraversa la Spagna da Avilés a Benidorm per mostrare il calvario - non privo di umorismo nero e, a volte, crudele - vissuto da Tristán (interpretato da un convinto Pablo Molinero), un aspirante romanziere che sopravvive scrivendo frasi dolci sulle bustine di zucchero. Ma un giorno riceve un incarico particolare: deve trasportare un cadavere dal nord della Spagna alle spiagge del Mediterraneo, dove desiderava essere sepolto il defunto, che non è altri che suo fratello Simón (Isak Férriz).
Ma in questo viaggio afflitto da disgrazie catastrofiche, il nostro antieroe sarà inseguito da una bulletta (Antonia San Juan) accompagnata dal padre demente, incontrerà una giovane sfacciata dipendente da allucinogeni (Mero González) e c’è anche una coppia di poliziotti che seguirà le sue tracce.
Con tutto questo circo di personaggi, luoghi e situazioni bizzarre, Polo ha costruito un film che, come lui stesso ha avvertito prima di una delle proiezioni al Cinema Jove, non si prende sul serio. In questo modo, sia il regista che l'opera fanno appello al divertimento, al gioco e al nonsense.
In altre parole, Devil Dog Road non è un dramma autoriale e intimista, ma una storia comica, un film con molta vita e colori (folli) che attinge all cinema americano di Tarantino o dei fratelli Coen, e a qualsiasi road movie (da Una vita al massimo a Thelma e Louise), e a maestri dell'”astracanada” iberica come il levantino Luis García Berlanga e il catalano Bigas Luna, che ha anche girato il suo film Uova d’oro a Benidorm.
Famiglie super disfunzionali, cani che rubano arti umani amputati e un fantasma teppista e burlone sono altri ingredienti di questa fiesta, condita di humour nero, che invita a vivere intensamente, a nutrire l'ispirazione e la creatività sulla base delle esperienze e a non perdere tempo, a percorrere le strade della vita e a non rimandare a domani ciò che si può godere oggi. Un buon modo per iniziare un festival con uno spirito giovane, coraggioso e festoso.
Devil Dog Road è prodotto da Los Hermanos Polo Films, Japonica Films, Volcano Films e Batiak Films. Begin Again Films lo distribuirà in Spagna.
(Tradotto dallo spagnolo)
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