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KARLOVY VARY 2024 Proiezioni speciali

Recensione: Real

di 

- Il resoconto della guerra russo-ucraina di Oleh Sentsov, girato nelle trincee, è un'avvincente opera di cinema "accidentale"

Recensione: Real

Questo film del regista, soldato e attivista ucraino Oleh Sentsov ha superato numerose barriere per poter semplicemente esistere. Lo scorso giugno, in una zona di combattimento nel sud-est dell'Ucraina, ha acceso accidentalmente una GoPro fissata sull’elmetto (e nelle interviste alla premiere del film, rilasciate a The Guardian, Variety e altri, non ha fornito molte spiegazioni sui suoi piani di ripresa durante la missione). La videocamera ha registrato circa 90 minuti di riprese crude e rivelatrici prima che la sua batteria si scaricasse; poi ha trovato il file nella sua library e ha pensato di cancellarlo. Ma, per fortuna non l’ha fatto e abbiamo Real [+leggi anche:
intervista: Oleh Sentsov
scheda film
]
,  con le sue immagini ininterrotte ma dinamiche che catturano un arco narrativo graduale, selezionato in anteprima mondiale come proiezione speciale a Karlovy Vary.

Con il suo punto di vista dalle trincee e la testa dello stesso Sentsov come inconsapevole treppiede per la macchina da presa che di tanto in tanto si sposta verso la sua compagnia di soldati, Real ritrae un evento archetipico sul fronte della guerra con la Russia, mostrando l'equilibrio instabile ma cruciale della resilienza e dell'organizzazione delle forze ucraine, in contrasto con il modo in cui la loro potenza militare limitata fa sì che loro e il loro nemico si neutralizzino a vicenda, e quindi con un terreno complessivamente mai ceduto al nemico.

Il titolo “Real” si riferisce al nome della parte della regione di Zaporizhzhia in cui viene contesa una piccola porzione di territorio, con l'esercito ucraino che cerca di guadagnare terreno gradualmente verso est. Sentsov, conosciuto nei sottotitoli con l'evocativo nome di battaglia "Grunt", è, a fini drammatici, un intermediario che trasmette gli ordini dell'alto comando ai soldati di cui è responsabile, oltre a comunicare con una pattuglia, più vulnerabile, al di fuori della nostra visuale. La nostra comprensione delle cose è aiutata unicamente dai sottotitoli delle comunicazioni radio di Sentsov; siamo coinvolti dai suoi occhi che scrutano la claustrofobica ma ben nascosta trincea, e soprattutto dalle sue orecchie, dalle voci che si sovrappongono strategicamente, senza mai perdere la loro freddezza o professionalità. Il sonoro aggiuntivo è stato realizzato in un secondo momento, senza pregiudicare il vivido senso di realismo del film, con i suoi silenzi ugualmente minacciosi così come i crescendi intensificati del fuoco dei missili.

I nomi in codice e i modi di dire ci ricordano anche che siamo in un mondo legato a regole proprie e a nuove forme di linguaggio: al di là del gergo militare che ha un'impenetrabilità quasi esotica, sorridiamo un po' quando ci rendiamo conto che le varie aree sono state chiamate con nomi di squadre di calcio europee: "Marseille", il pozzo sotterraneo che la telecamera di Sentsov non riesce mai a percepire, e poi "Chelsea" e "Barcellona", vicini e vulnerabili. I sottotitoli in inglese implicano anche l'esistenza di correlati ucraini diretti per "clusterfuck" e "fuckity-fuck"; la ripresa in continuo movimento cattura il pericolo, naturalmente, ma anche le reazioni sardoniche e i luoghi comuni che tutti noi usiamo per elaborare le crisi.

In questi 90 minuti - c’è una visione ripetitiva verso la metà, ma necessariamente immersiva dato il privilegio della comoda distanza del pubblico dai combattimenti - Sentsov è riuscito a individuare un'operazione militare che cambia pragmaticamente rotta, in cui le richieste di rinforzi di munizioni sono sostituite da un piano di evacuazione, scandito dalle esortazioni alla radio, "tirateci fuori!". L'istinto e il coraggio di Sentsov, anche se non aveva intenzione di mostrarli pubblicamente, ci hanno fatto entrare nel fulcro di questa guerra più di molti documentari realizzati deliberatamente, trasmettendo la forza e la resilienza che l'Ucraina possiede ancora, ma anche i margini sottili con cui può non contare più nulla.

Real è una coproduzione tra Ucraina e Croazia di Arthouse Traffic e Cry Cinema, in collaborazione con Propeler Film e Downey Ink.

(Tradotto dall'inglese)

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