Recensione: Windless
- Il regista bulgaro Pavel G. Vesnakov segue il risveglio di un'anima senza radici tra i resti di un passato abbandonato

Tre anni dopo il suo esordio esistenziale e sensibile, German Lessons [+leggi anche:
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scheda film], in cui un uomo esitava a migrare per sfuggire alla sua vita complicata, Pavel G. Vesnakov è tornato con l'ancor più cupo e contemplativo Windless [+leggi anche:
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scheda film], in cui si dispiega una sorta di protagonista specchio del primo - uno che è emigrato e ora torna per rimettere in ordine quanto lasciato dietro di sé. Ma lo fa anche per mettere insieme la sua memoria frammentata e recuperare magari involontariamente dettagli chiave che gli erano sfuggiti, anche se solo attraverso i racconti degli altri. Ciò che accomuna entrambi i personaggi non è tanto la loro situazione limite, quanto la loro continua esitazione, per la quale non sembra esserci una soluzione definitiva. È proprio su questo stato d'animo, piuttosto che sul modo di uscirne, che si concentra Windless, trasformandosi in un'esperienza meditativa. Il filmè stato proiettato in anteprima nel concorso Proxima del 58mo festival di Karlovy Vary basandosi sul "miserabilismo" del vincitore del Globo di Cristallo dello scorso anno, Blaga’s Lessons [+leggi anche:
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scheda film] (sempre ambientato nella spopolata campagna bulgara), con uno slancio artistico e una poesia cinematografica che fronteggiano la disperazione universale.
Windless ha una cupa sequenza d'apertura, con figure solitarie sotto un cielo grigio, che si incontrano in silenzio ma che evidentemente si conoscono da tempo. Kaloyan (Ognyan "FYRE" Pavlov), tatuato da cima a fondo, è tornato per un breve periodo dalla Spagna per sbarazzarsi dell'appartamento di famiglia, che presto sarà demolito insieme a molte altre abitazioni e al cimitero di questa ex città mineraria abbandonata, per far posto a un casinò, un complesso termale e un campo da golf. Mentre si sbarazza degli effetti personali del padre appena deceduto, con la madre che dà indicazioni via video dalla Spagna, visita anche i vicini e le vecchie conoscenze e aiuta un amico d'infanzia a pulire altri appartamenti che presto saranno demoliti e al cui interno si trovano anziani condannati all’esproprio. I resti di una città un tempo vivace scavano nell'indifferenza di Kaloyan, così come la vista devastante delle ossa riesumate dal cimitero in sacchetti di plastica. Inaspettatamente, lo stesso Kaloyan inizia ad apprezzare i pezzi di vite passate che accompagnano ogni oggetto gettato via, mentre ascolta le storie eroiche del padre che gli è stato portato via.
La fotografia audace e un tantino sorprendente, fatta di primi piani tagliati di netto in un formato quadrato, così come le inquadrature che accentuano i dettagli piuttosto che l'intera immagine, sono realizzate dal collaboratore abituale di Vesnakov, Orlin Ruevski. Questo approccio potrebbe sembrare pretenzioso a prima vista, ma si adatta gradualmente. Un punto di vista così ristretto e frammentato appartiene a un personaggio che ha difficoltà ad afferrare e a produrre un qualche tipo di significato per la sua vita frammentata - tra qui e là, tra l’allora e l’adesso. Improvvisamente intrappolato dai racconti travolgenti dei vicini nell'edificio in cui ha trascorso un'infanzia apparentemente senza gioia, la sua esperienza claustrofobica è trasmessa in modo sottile ma magistrale da questa coraggiosa soluzione registica. Di conseguenza i pezzi condivisi verbalmente di una memoria collettiva comune, riassunti metaforicamente e incarnati visivamente dall'apparizione di un estratto di homevideo verso la fine del film, combattono l'amnesia di una intera nazione, preoccupata della sua sopravvivenza fisica nel qui e ora, mentre abbandona le sue radici e la memoria dei suoi antenati. Questa premessa conferma Vesnakov come il più profondo tra i cineasti bulgari contemporanei: il regista non esita infatti a sperimentare la forma cinematografica alla ricerca del mezzo espressivo migliore per accompagnare i suoi personaggi e le sue idee.
Windless è prodotto dalla bulgara Red Carpet in coproduzione con l’italiana dispàrte. Le vendite internazionali sono affidate a Alpha Violet.
(Tradotto dall'inglese)
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