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KARLOVY VARY 2024 Proxima

Recensione: March to May

di 

- Il primo lungometraggio di Martin Pavol Repka presenta un'esplorazione a ritmo lento delle dinamiche familiari dopo una notizia inaspettata, sullo sfondo di un tranquillo villaggio slovacco

Recensione: March to May
sx-dx: Jana Markovičová, Natália Fašánková e Damián Humaj in March to May

Lo slovacco Martin Pavol Repka, laureato alla FAMU, ha debuttato nel lungometraggio di finzione con March to May [+leggi anche:
trailer
intervista: Martin Pavol Repka
scheda film
]
, ispirandosi alle esperienze vissute dalla sua famiglia durante la giovinezza. Ambientato in una rustica casa di paese in un sonnolento borgo slovacco, il film - in concorso Proxima del Festival di Karlovy Vary - ritrae una famiglia di cinque persone che affronta le complessità della crescita e dell'invecchiamento, con i ritmi della vita quotidiana che si susseguono senza sosta. Questa cadenza serena viene bruscamente interrotta da una notizia inaspettata: la madre Romana (Zuzana Fialová), sulla quarantina, è incinta. Repka cattura delicatamente l'adattamento del gruppo a questo cambiamento imprevisto, presentando un intimo ritratto familiare.

Il regista ha esplorato spesso i temi della famiglia e dell'amicizia nel corso della sua fiorente carriera. March to May estende questa esplorazione tematica, concentrandosi più sulla narrazione visiva che sulla progressione della trama. Il titolo si riferisce al periodo in cui si svolge la storia, rispecchiando il graduale risveglio della natura durante i mesi primaverili. Questa metafora conferisce al film una qualità poetica, contrapposta ai lenti ma inevitabili cambiamenti nelle dinamiche familiari. March to May si discosta dai consueti cliché dei drammi familiari locali, poiché Repka utilizza un approccio cinematografico lento che enfatizza le minuzie della vita quotidiana. Invece di affidarsi a una struttura tradizionale della trama, si concentra sui dettagli dell'osservazione, impiegando uno stile documentaristico privo di drammatizzazione. L'uso di inquadrature ravvicinate e di primi piani cattura le espressioni e le interazioni tra i membri della famiglia.

La storia è strutturata intorno alle diverse reazioni di ciascun membro della famiglia alla notizia della gravidanza della madre. Il più giovane, Eliáš (Damián Humaj), è alle prese con le incertezze dell'adolescenza e si divide tra lo skateboard e l'esperienza del primo amore. La figlia di mezzo Alžbeta (Jana Markovičová) affronta i dilemmi della sua crescente indipendenza e decide come gestire al meglio i suoi primi guadagni. Nel frattempo la maggiore, Miša (Natália Fašánková), è sul punto di lasciare la casa di famiglia, combattuta tra la sicurezza e il fascino dell'ignoto. Il padre (Jozef Abafi) è preoccupato di dover preparare i figli all'arrivo di un nuovo fratello, mentre la madre, religiosa, accetta tranquillamente la situazione. Attraverso queste storie individuali, Repka cattura il ritratto di una famiglia in transizione.

Questo film d'esordio si discosta dalla tradizione locale dei drammi socio-realisti sia nella forma che nello stile. La famiglia, che risiede in una casa rustica di paese e vive in modo modesto, non si preoccupa eccessivamente della precarietà. La gravidanza inaspettata, che funge da sottile filo conduttore della narrazione, non provoca scontri, dilemmi o melodrammi tra i membri della famiglia. Repka mantiene invece un approccio a bassa intensità, concentrandosi sulle sfumature domestiche. È una storia familiare quasi idilliaca che evita il pathos o qualsiasi altra espressività che potrebbe cambiare la direzione del film. March to May è quindi un'osservazione tenera e contemplativa dell'interconnessione familiare, che ritrae le sottili dinamiche e la tranquilla resilienza dell'unità familiare.

March to May è prodotto dalla ceca Perfilm in coproduzione con Studio BEEP e PFX.

(Tradotto dall'inglese)

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