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KARLOVY VARY 2024 Proxima

Recensione: Clorofilla

di 

- Una giovane donna deve trovare il suo posto e la sua identità in questo racconto fiabesco di Ivana Gloria

Recensione: Clorofilla
Sarah Short in Clorofilla

Sentirsi, ed essere, diversi è una parte importante della transizione dalla tarda pubertà alla prima età adulta. Tuttavia, trovare e adattarsi a un'identità che ci si addica è un'abilità che molte persone non padroneggiano fino a quando non sono più grandi. Ma per Maia (Sarah Short) non si tratta solo di sentirsi a proprio agio nella propria pelle. È diversa dai suoi coetanei in più (mitologici) modi. Clorofilla [+leggi anche:
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intervista: Ivana Gloria
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di Ivana Gloria, presentato in anteprima internazionale al concorso Proxima del Festival di Karlovy Vary, mostra come Maia riesca ad accettarsi e ci parla delle sfide della vita.

Quando incontriamo Maia per la prima volta, si sta dando da fare con un ragazzo in una discoteca locale. Con il suo atteggiamento impertinente, i suoi capelli verde brillante e la sua foga, si potrebbe pensare che si tratti di una donna in pieno controllo. Ma il rapporto sembra causarle dolore e frustrazione. Il perché lo scopriremo più avanti. Questa sembra essere la goccia che fa traboccare il vaso e la spinge a trasferirsi in un remoto paesino italiano durante l'estate per raccogliere arance.

Lì incontra Teo (Michele Ragno), la cui famiglia gestisce la fattoria. Il ragazzo è riservato, ha l'hobby di produrre profumi con gli odori della natura, e all'inizio, rifiuta l'idea di avere qualcun altro intorno. Ma anche lui inizia a notare qualcosa di insolito in Maia: la sua sensibilità ai richiami della natura, i piccoli fiori blu che le crescono tra i capelli. E poi ci sono i suoi sogni: di lei tra gli alberi e di lei che finalmente trova l'eccitazione sessuale nel verde della foresta.

Lentamente, i due iniziano a stringere un legame. Teo non cerca alcuna compagnia umana, ma ama la natura. Maia, invece, può sembrare umana, ma nel profondo del suo essere sembra incarnare la natura stessa. Questa è una consapevolezza che continua a combattere. "Sono arance", esclama quando Teo le chiede di essere più delicata durante la raccolta. "Sono vive", replica lui. E poi c'è la famiglia di Teo, tra cui il fratello Arturo (Domenico De Meo), e un'imminente festa in paese che iniziano a invadere questo spazio di accettazione di sé. La loro presenza continua ad alimentare la dicotomia tra il tentativo di Maia di trovare se stessa e la sua pretesa di essere una donna come le altre.

Ispirandosi alla sua educazione in una cittadina rurale del nord Italia e alle sue lotte per trovare il proprio posto lì, Gloria eleva l'antico tema dell'appartenenza a un racconto poetico e sognante. Ricordando a tratti il tono di Border [+leggi anche:
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intervista: Ali Abbasi
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di Ali Abbasi, il film si affida a elementi mitici e allo stesso tempo cattura il dolore di ciò che si prova come giovane donna a trasformarsi in una vera versione di se stessa. Gli aranceti scintillano alla calda luce del sole, la serra che contiene il laboratorio di Teo ha una certa bellezza elfica e i boschi che Maia sogna possiedono una cupa, ma accogliente, alterità.  

Tralasciando alcuni degli scambi più goffi, talvolta scadenti, tra i personaggi, sono la narrazione visiva e la forte interpretazione di Short a trascinare lo spettatore in questa favola che diventa realtà.

Clorofilla è una produzione italiana guidata da Albedo Production e DO Consulting & Production.

(Tradotto dall'inglese)

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