PRODUZIONE / FINANZIAMENTI Italia
L’orto americano, il nuovo horror gotico di Pupi Avati
- Il film del maestro bolognese, che chiuderà la Mostra di Venezia, è ambientato ai tempi della Liberazione, ed è interpretato da Filippo Scotti

“Ancora una volta affrontiamo il genere ‘gotico’, in questo caso non solo confermando quei luoghi della nostra regione che sono risultati così significativi, ma allargandoci per la prima parte del racconto a quell’America rurale che è del tutto simile alla nostra Emilia-Romagna”. Pupi Avati spiega così il titolo del suo prossimo film, L’orto americano [+leggi anche:
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intervista: Pupi Avati
scheda film], che sarà il film di chiusura della 81ma Mostra di Venezia, in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso.
Maestro di quell’horror gotico di provincia che è stato il suo marchio nei primi anni della sua lunga carriera (La casa dalle finestre che ridono, del 1976, è oggetto di culto), e al quale, dopo tante commedie di successo, è tornato nel 2019 con Il signor Diavolo [+leggi anche:
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scheda film], Avati ambienta L’orto americano a Bologna, ai tempi della Liberazione, dove un giovane problematico con aspirazioni letterarie si innamora al primo sguardo di una bellissima nurse dell’esercito americano. L’anno dopo, nel Mid West americano, lui andrà ad abitare in una casa contigua a quella della sua amata, separata solo da un nefasto orto. Lì vive l’anziana madre, disperata dalla scomparsa della figlia che non ha dato più notizie di sé dalla conclusione del conflitto. Inizia così da parte del ragazzo una tesissima ricerca che gli farà vivere una situazione terrificante, fino a una conclusione in Italia del tutto inattesa.
Avati firma la sceneggiatura, tratta dal suo romanzo omonimo. Il film è interpretato dal giovane Filippo Scotti, straordinario protagonista in E’ stata la mano di Dio [+leggi anche:
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intervista: Paolo Sorrentino
scheda film], affiancato da Roberto De Francesco (nominato al David di Donatello per Le ultime cose [+leggi anche:
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scheda film], tra poco nelle sale con Glory Hole [+leggi anche:
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scheda film]), Armando De Ceccon (regista e attore teatrale spesso prestato a cinema e tv), Chiara Caselli (con Avati in Lei mi parla ancora [+leggi anche:
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scheda film] e ne Il signor Diavolo, di recente nella serie Prime Video Antonia [+leggi anche:
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scheda series]), Rita Tushingham (che torna a collaborare con il regista dopo Il nascondiglio [+leggi anche:
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scheda film]), Massimo Bonetti (anche lui ne Il signor Diavolo, e prima ne Il cuore grande delle ragazze [+leggi anche:
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scheda film] e Il figlio più piccolo [+leggi anche:
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scheda film], sempre di Avati), Morena Gentile, Mildred Gustafsson e Romano Reggiani.
La fotografia del film è firmata da Cesare Bastelli, collaboratore usuale di Avati, così come il montatore Ivan Zuccon e la costumista Beatrice Giannini, mentre la scenografia è di Biagio Fersini.
Avati è stato sei volte selezionato in concorso a Venezia (con Una gita scolastica nel 1983, Noi tre nel 1984, Regalo di Natale nel 1986, Fratelli e sorelle nel 1992, La seconda notte di nozze [+leggi anche:
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scheda film] nel 2005 e Il papà di Giovanna nel 2008), tre volte a Cannes (con Bix nel 1991, Magnificat nel 1993 e Il cuore altrove, David di Donatello per la regia, nel 2003) e una a Berlino (con Il testimone dello sposo nel 1998).
L’orto americano è una produzione di Duea Film di Antonio Avati e Minerva Pictures con Rai Cinema. Le vendite internazionali sono curate da Minerva Pictures Group. Il film uscirà nelle sale italiane con 01 Distribution.
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