Recensione: Infinite Summer
- Dopo Crumbs e Jesus Shows You the Way to the Highway, il regista spagnolo Miguel Llansó torna con un lungometraggio più contemplativo, ma non per questo meno folle

Al confronto con i suoi due film precedenti (Crumbs [+leggi anche:
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scheda film] del 2015 e Jesus Shows You The Way To The [+leggi anche:
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intervista: Miguel Llansó
scheda film] Highway [+leggi anche:
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intervista: Miguel Llansó
scheda film] del 2017) che erano una miscela inebriante di afro-futurismo, riferimenti alla cultura pop e stranezze in generale, l'ultimo film di Miguel Llansó sembra decisamente mainstream. Eppure, se all'inizio si tratta di un dramma di formazione, quella specie di cipolla cinematografica che è Infinite Summer [+leggi anche:
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intervista: Miguel Llansó
scheda film] - presentato in anteprima mondiale al Fantasia Festival - comincia presto a rivelare i suoi strati con una realtà deliziosamente fuori dagli schemi.
In un futuro prossimo, Mia (Teele Kalijuvee-O'Brock, in una performance coinvolgente che mette in risalto l'ingenuità) non vede l'ora di trascorrere un'estate con le amiche Sarah (Hannah Gross) e Grete (Johanna Rosin). Ma dopo aver trascorso del tempo con loro, si rende conto che le sue amiche sono molto più ossessionate dalle feste e dai ragazzi che dal nuoto o dalle passeggiate.
Dopo un appuntamento attraverso un'app di "incontri estremi", Mia conosce il dottor Mindfulness (Ciaron Davies), che le offre un respiratore che la porterà in un diverso stato di coscienza. Ma l'intelligenza artificiale del respiratore decide che Mia è troppo innocente per partecipare a ciò che le viene offerto. Non così lei suei amiche, che decidono di provare anche loro il respiratore. Ma - mentre l'Interpol sta indagando sul Dr. Mindfulness - non tutto è come sembra e le nostre protagoniste sono apparentemente prese dalle loro nuove esperienze.
Il terzo film di Llansó è molto più concreto e rifugge dai voli di fantasia assurdi che hanno caratterizzato i suoi lavori precedenti. Ambientato "20 minuti nel futuro", questo è un mondo moderno immediatamente riconoscibile, fatto di grattacieli, complessi residenziali e case estive. In effetti ciò che colpisce di questo film è - almeno per la prima metà - la natura assolutamente ordinaria di ogni cosa, a parte alcuni scorci di tecnologia che ci ricordano che siamo nel futuro. Mentre i film precedenti di Llansó erano pieni di detriti della cultura popolare, qui siamo più dalle parti di Lynch e Cronenberg, lo strappare il velo di una vita noiosa e monotona e scoprire che qualcosa di inquietante è in attesa dietro quella coltre.
Le fasi successive del film cadono talvolta in un territorio di genere più ovvio. L'inserimento dell'indagine dell'Interpol nella storia sembra a volte un po' plumbeo, soprattutto con le interpretazioni dei detective che sono rigide al punto da risultare legnose. Ma poiché il film è girato a Tallinn, capitale dell'Estonia, si avverte una deliberata reminiscenza dei classici film sovietici (come il cult degli anni '80 Dead Mountaineer's Hotel) in cui protagonisti duri e monocordi cercano di imporre l'ordine in un caos ultraterreno.
C'è molto da assimilare in questo film: idee su come sarà la crescita delle generazioni future che avranno tutto a disposizione all’istante, sulla divisione tra le generazioni e sulle possibilità sempre crescenti offerte dal transumanesimo che ci fanno interrogare su cosa significhi veramente essere "umani". Sebbene Infinite Summer non sia un film che ci fornisce risposte definitive - anzi, i momenti conclusivi del film pongono molte, molte domande - continua ad assillare i nostri lobi frontali anche dopo i titoli di coda.
Dopo il suo debutto al Fantasia, questo film sarà molto apprezzato nel circuito dei film di genere e sembra assicurata anche una lunga e sana vita in VOD. Il film è stato prodotto dalla Lanzadera Films di Llansó, dalla statunitense Savage Rose Films e dall'estone Tallifornia.
(Tradotto dall'inglese)
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