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Recensione: Drowning Dry

di 

- Il secondo lungometraggio del regista lituano Laurynas Bareiša ci scaraventa nell’intimità di personaggi a fior di pelle che tentano di ricostruirsi dopo una terribile tragedia

Recensione: Drowning Dry
Gelminė Glemžaitė e Agnė Kaktaitė in Drowning Dry

Dopo il suo potente primo lungometraggio Pilgrims [+leggi anche:
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, vincitore a Venezia nella sezione Orizzonti, il regista lituano Laurynas Bareiša presenta in Competizione internazionale al Locarno Film Festival il suo secondo maestoso lungometraggio Drowning Dry [+leggi anche:
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, un racconto al contempo crudo e poetico di due famiglie confrontate con una tragedia che cambia le loro vite per sempre. Costruito attraverso una serie di piani sequenza arricchiti da delicati e quasi impercettibili zoom che ci fanno accedere all’intimità dei protagonisti, Drowning Dry ci confronta con la memoria, con un trauma che ogni personaggio cerca di elaborare a modo suo, per andare avanti o semplicemente per proteggersi da una realtà troppo difficile da accettare.

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Ernesta (Gelminė Glemžaitė) trascorre il fine settimana con la sua famiglia e quella della sorella Juste (Agnė Kaktaitė) in una casa di campagna che scopriremo appartenere ai genitori. Dopo la vittoria del marito Lukas in un torneo di arti marziali miste, Ernesta ha bisogno di evacuare la pressione attorniata dalla sorella e dalla natura. Le due famiglie passano le giornate nuotando nel lago, rilassandosi o parlando del più e del meno, come se nulla fosse davvero importante. Dopo un incidente tanto tragico quanto inaspettato, le due sorelle si ritrovano improvvisamente confrontate con la vita da madri single. Drowning Dry segue il loro quotidiano all’indomani della tragedia, mostrando quanto il trauma possa influenzare i ricordi, quanto ogni piccolo dettaglio possa trasformarsi in trigger di emozioni represse.

Prima ancora che la loro esistenza venga definitivamente stravolta, un tragico avvenimento comincia però già a far vacillare il loro, in apparenza banale, quotidiano. La figlia di una delle sorelle rischia in effetti di annegare nel laghetto vicino a casa e viene miracolosamente salvata dallo zio. Sollevati dopo che la bambina ha ripreso conoscenza, i membri della famiglia sembrano riprendere poco a poco il corso della loro vita ma cosa ha davvero innescato questo tragico avvenimento? Quali traumi e paure represse ha fatto emergere alla superfice? Filmato due volte, da due prospettive al contempo simili e diverse, questo avvenimento traumatico si è impresso nella mente dei protagonisti come un tatuaggio impossibile da cancellare, un campanello d’allarme di una tragedia a venire che questa volta non potrà però essere evitata. L’annegamento secco (da qui il titolo del film), rara complicazione dell’annegamento che si sviluppa se l’acqua entra nei polmoni, un fatto raro che può però causare gravi conseguenze, è importante nel film non solo come espediente narrativo, ma anche come perno di tutta la storia, come trigger di un trauma più grande che sembra già germinare nella mente e nel corpo dei protagonisti.

Nel suo ultimo lungometraggio, Laurynas Bareiša mette in scena dei personaggi alle prese con un trauma che li sta consumando dentro, con l’accettazione di un dolore che forse non sparirà mai. La ripetizione della stessa scena da più punti di vista ci permette di capire quanto la memoria sia soggettiva, fragile e plasmabile. Fondamentale da questo punto di vista il momento in cui uno dei due giovani protagonisti raccoglie da terra i cocci delle statuette di terracotta che aveva in precedenza rotto con la complicità della cugina. In Drowning Dry i protagonisti stanno in effetti tentando di ricomporre i pezzi di un’esistenza che è stata drammaticamente messa alla prova, di un percorso di vita stroncato da un incidente che ne ha modificato per sempre la traiettoria. Drowning Dry è un film magnificamente destabilizzante che nasconde, sotto un apparente strato di elegante freddezza, un rogo emotivo che non smette di ardere.

Drowning Dry è prodotto da afterschool production (Lituania) in coproduzione con Trickster Pictures (Lettonia) e venduto all’internazionale da Alpha Violet.

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