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LOCARNO 2024

Locarno inaugura il suo programma di cortometraggi

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- Il tema dell'impossibilità di sfuggire al passato e di prevedere il futuro è affrontato in alcune delle opere europee in concorso nella sezione cortometraggi del festival svizzero

Locarno inaugura il suo programma di cortometraggi
400 Cassettes di Thelyia Petraki

Molti dei cortometraggi selezionati quest'anno per il Concorso Internazionale della 77a edizione del Locarno Film Festival (7-17 agosto) esplorano le ironie insite nell'impermanenza della memoria in un mondo saturo di immagini e ricordi del passato. Spesso caratterizzati da una qualità onirica, i cortometraggi riflettono un mondo che è frenato dal passato e che fatica a negoziare il futuro.

Icebergs di Carlos Pereira (Germania) è un'emozionante analisi della solitudine di un uomo anziano costretto a confrontarsi con le proprie emozioni dopo una notte difficile. Un film caratterizzato da calma e tranquillità, la storia esplora la mascolinità e la repressione delle emozioni che ancora oggi ci si aspetta dagli uomini, specialmente quelli della vecchia generazione. Con interpretazioni straordinariamente controllate, si tratta di un'opera delicata e commovente.

Più audace è 400 Cassettes di Thelyia Petraki, in cui il rapporto tra due amici è incorniciato da discussioni sul cosmo e sui ricordi trovati su materiale analogico. È un inno all'amicizia e all'amore, ma anche un lamento per i momenti che svaniscono con il tempo. È un'opera di grande bellezza, che rinuncia alla nitidezza del digitale per la granulosità della pellicola e delle videocamere, che conferisce al tutto una meravigliosa qualità tattile, e che riprende temi già ampiamente esplorati guardandoli con occhi nuovi. Anche l'ultimo lavoro della regista greca Konstantina Kotzamani, What Mary Didn't Know (Francia/Germania/Svezia), esplora il tema dell'amore giovanile, ma forse si distingue per la sua ordinarietà. Mentre i lavori precedenti, come Electric Swan, si crogiolavano nello straordinario e nel surreale, qui Kotzamani offre una narrazione molto più lineare seguendo la giovane Mary che, durante una crociera con i genitori e circondata da coppie per lo più anziane che riconsolidano il loro rapporto, sperimenta l'amore per la prima volta. Ancora una volta, Kotzamani riesce a riprendere temi antichi ma a infonderli di nuovo significato, giocando con i cliché di genere (e storici) e al tempo stesso rafforzandoli. Si tratta di un'aggiunta molto valida alla sua filmografia, ma con una durata di 54 minuti, potrebbe essere difficile per il film trovare il posto che merita nel circuito.

Decisamente surreale è Hymn of the Plague (Germania/Russia) di Atak51, un collettivo di registi russi sfollati il cui film è incentrato su un'orchestra che registra “A Feast in Time of Plague”. Ma lo spazio che li circonda è pervaso dai fantasmi del passato, del presente e del futuro. Tuttavia, sembrano passare inosservati. Con un'atmosfera continuamente inquietante – pensate a un incontro tra Edgar Allan Poe e David Lynch – il film parla di persone inconsapevoli dei grandi cambiamenti che stanno avvenendo intorno a loro e che svaniscono sotto il peso del presente. Anche Ludwig (Power Inferno) di Anton Bialas (Francia) esplora il passato e il suo fragile rapporto con ciò che il futuro potrebbe riservare in modo altamente stilizzato, anche se il suo motivo centrale potrebbe risultare eccessivo per alcuni.

Atteso con impazienza è Mother Is a Natural Sinner (Germania) dei registi Boris Hadžija e Hoda Taher. Terzo capitolo di una trilogia di cortometraggi (che comprende anche Mother Prays All Day Long del 2022 e As If Mother Cried That Night del 2023), il film è un'altra esplorazione della sessualità, della famiglia, del genere e della politica che, confondendo i confini della realtà, si colloca a metà strada tra il pacato e il provocatorio.

On the Impossibility of an Homage di Xandra Popescu (Romania/Germania) è un meraviglioso documentario che esplora la carriera di Iom Tugearu, uno dei più grandi ballerini rumeni. Il film è affascinante grazie alla personalità di Tugearu, un mix di genio e arroganza, ma solleva anche interrogativi su chi sia il vero responsabile del successo di un'opera d'arte: il soggetto o il regista?

Tra le animazioni di quest'anno figurano On Weary Wings Go By (Estonia/Lituania), l'ultimo film dell'animatrice estone Anu-Laura Tuttelberg, una straordinaria esplorazione poetica della natura nordica, e Ashen Sun, uno sguardo viscerale sull'indolenza umana e il riscaldamento globale. Dull Spots of Greenish Colours di Savish Svirsky (Germania) punta alla follia totale, un assalto ai sensi mentre la guerra reale avvolge il mondo.

L'elenco dei cortometraggi internazionali in concorso a Locarno è il seguente:

400 Cassettes - Thelyia Petraki (Grecia/Germania)
B(l)ind the Sacrifice - Nakhane Mahlakahlaka (Sud Africa)
On the Impossibility of an HomageXandra Popescu (Romania/Germania)
Dull Spots of Greenish Colours - Sasha Svirsky (Germania)
Freak - Claire Barnett (Stati Uniti)
Gender Reveal - Mo Matton (Canada)
Hymn of the Plague - Atak51 (Germania/Russia)
Icebergs - Carlos Pereira (Germania)
On Weary Wings Go By - Anu-Laura Tuttelberg (Estonia/Lituania)
Ludwig (Power Inferno) - Anton Bialas (Francia)
Mother Is a Natural Sinner - Boris Hadžija, Hoda Taher (Germaniaa/Iran)
Punter - Jason Adam Maselle (Sud Africa/Stati Uniti)
May It Go Beautifully for You, Rico - Joel Alfonso Vargas (Regno Unito/Stati Uniti)
Razeh-del - Maryam Takafory (Iran/Regno Unito/Italia)
Ashen Sun - Camille Monnier (Francia/Belgio)
The Cavalry - Alina Orlov (Canada/Stati Uniti/Israele)
The Form - Melika Pazouki (Iran)
The Nature of Dogs - Pom Bunsermvicha (Tailandia/Stati Uniti/Singapore/Hong Kong)
WAShhh - Mickey Lai (Malesia/Irlanda)
What Mary Didn't Know - Konstantina Kotzamani (Francia/Grecia/Svezia)

(Tradotto dall'inglese)

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