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LOCARNO 2024 Concorso

Recensione: Sulla terra leggeri

di 

- Il debutto della regista italiana Sara Fgaier è un film poetico, memorabile ed emozionante sull’amore, sulla memoria e sulla morte

Recensione: Sulla terra leggeri
Emilio Scarpa e Lise Lomi in Sulla terra leggeri

Una premessa semplice apre una storia ricca di poesia e sentimento: Gian (Andrea Renzi), un professore universitario sulla sessantina, sembra aver perso temporaneamente la memoria a seguito della dipartita della compagna di una vita. Per aiutarlo, sua figlia Miriam (Sara Serraiocco) decide di consegnargli un diario scritto circa quarant’anni prima. All’epoca, Gian è nel fiore della sua gioventù e nell’arco di una notte scopre l’amore con Leila, un’affascinante aviatrice tunisina. A poco a poco, Gian prova a recuperare la memoria, perdendosi tra mille ricordi e riscoprendosi di continuo.

Il viaggio introspettivo di Gian è narrato nel debutto della regista italiana Sara Fgaier, intitolato Sulla terra leggeri [+leggi anche:
trailer
intervista: Sara Fgaier
scheda film
]
e presentato in anteprima mondiale nel concorso internazionale del Festival di Locarno di quest’anno. Scritto dalla regista con Sabrina Cusano e Maurizio Buquicchio, il racconto si dipana su tre livelli principali: il tempo presente, durante il quale Gian cerca dolorosamente di ricordare e si scontra con Miriam; i ricordi di gioventù (spesso rivisitati da diversi punti di vista e girati in pellicola, talvolta virata o graffiata) e, infine, una dimensione più ideale e concettuale (per certi versi vicina al film saggio) che fa da trait d’union tra passato e presente attraverso materiali d’archivio esterni alla storia, capaci di stimolare associazioni mentali, rievocare gli eventi citati nel diario o aggiungere strati di significato alle parole di Gian.

Riuscire a trovare un punto d’equilibrio tra lirismo e concretezza è un compito arduo se si decide di raccontare una storia come questa. Fortunatamente, in quest’occasione la regista è in grado di bilanciare entrambi gli aspetti con maestria, servendosi di un comparto tecnico d’eccellenza, dove ogni singola componente artistica risalta ed emoziona senza mai prendere il sopravvento. A tal proposito è fondamentale citare la toccante colonna sonora dagli echi morriconiani di Carlo Crivelli, la fotografia polivalente di Alberto Fasulo, il lavoro certosino sul suono di Adriano Alampi e Riccardo Spagnol nonché il montaggio audace e sensibile ad opera di Aline Hervé, Enrica Gatto e della regista stessa.

Nel complesso, tutte le interpretazioni sono misurate. Renzi, tuttavia, porta sulle sue spalle gran parte del peso del film, regalando una performance molto asciutta e sincera. I suoi silenzi, le sue esitazioni, il suo passo incerto ed il suo linguaggio lirico e laconico insieme restituiscono il ritratto di un personaggio al quale è difficile non affezionarsi. Anche gli attori che interpretano la giovane Leila (Lise Lomi) ed il giovane Gian (Emilio Francis Scarpa) lasciano il segno, lavorando moltissimo sui loro sguardi e sul linguaggio non verbale.

Nel complesso, Sulla terra leggeri è un debutto memorabile, capace di portare una buona dose di novità e freschezza nel cinema d’autore italiano. Ha il merito di essere un film sofisticato senza essere cervellotico perché lascia sempre al centro i temi universali della morte e della memoria, ponendo l’accento su un grande interrogativo: cosa siamo se non ricordiamo più l’amore della nostra vita?

Sulla terra leggeri è una produzione targata Limen, Avventurosa, Dugong Films e Rai Cinema. Rai Cinema International Distribution si occupa anche delle vendite internazionali.

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