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LOCARNO 2024 Fuori Concorso

Recensione: Ma famille chérie

di 

- Con il suo ultimo film, Isild Le Besco ci ricorda che le relazioni familiari possono essere caotiche e complicate da gestire

Recensione: Ma famille chérie
Geoffrey Carey e Marisa Berenson in Ma famille chérie

Le famiglie possono essere complicate da gestire, soprattutto durante le riunioni. Una di queste situazioni è al centro del nuovo film di Isild Le Besco, Ma Famille chérie [+leggi anche:
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, presentato fuori concorso al 77mo Festival di Locarno. Un primo aspetto positivo potrebbe essere il fatto che Le Besco probabilmente conosce bene il tema delle famiglie numerose e caotiche, essendo cresciuta in un clan artistico. Mentre un aspetto negativo, oltre al fatto che non è stato selezionato in una delle sezioni competitive, potrebbe essere il fatto che lo stesso film, con attori e cast tecnico simili, era stato annunciato nel 2022 con il titolo Connemara.

La suddetta regione dell'Irlanda è anche il luogo in cui si svolge la maggior parte della trama di Ma Famille chérie. La nostra protagonista e punto focale è Estelle (la magnifica Élodie Bouchez), che scappa dal marito violento Antonio (Stefano Cassetti) e arriva alla riunione di famiglia prima del previsto con i suoi tre figli al seguito. La madre (Marisa Berenson), chiamata solo Regina, probabilmente a causa del suo passato di cantante lirica, non è entusiasta di vederli in anticipo e sembra disinteressata ai bambini, incuriosita solo dal ritorno del figlio più piccolo dopo 20 anni.

Anche gli altri fratelli e fratellastri hanno le loro manie e i loro temperamenti. Janet (Jeanne Balibar) è autoritaria, Manon (interpretata dalla stessa regista) è un'artista lunatica, Jean-Luc (Élie Semoun) deve superare una miriade di prove per essere considerato parte della famiglia, essendo figlio della regina da una precedente relazione, mentre il ritorno di Marc (Axel Granberger) crea ulteriore scompiglio. Marc si presenta infatti con una richiesta speciale da parte del defunto padre, che ha a che fare con la tragedia che ha coinvolto la loro defunta sorella. Ricordi, emozioni, rancori e segreti riaffiorano in un caotico e imprevedibile susseguirsi di eventi.

Ma Famille chérie potrebbe essere visto come un mix di luoghi comuni tratti sia dai film sulle riunioni di famiglia che da quelli, più cupi, noti anche come "cloni del Grande Freddo", ma la disordinatezza dei personaggi e delle relazioni lo fa sembrare organico, quasi un'opera di docu-fiction o di auto-fiction. Il disordine si estende però anche agli altri aspetti del film, come la narrazione nella sceneggiatura scritta dalla regista con Steven Mitz (e con l'aiuto di Raphaëlle Desplechin e altri), la regia e il montaggio nervoso supervisionato da Le Besco stessa e realizzato da un piccolo esercito di persone. Sembra che il desiderio di Isild Le Besco fosse quello di cimentarsi con il maggior numero possibile di aspetti della regia per mantenere il controllo sul materiale.

Fortunatamente ha messo insieme un ottimo cast, con la Bouchez come star in grado di contagiare gli altri membri del cast con la sua potenza, il suo cuore e la sua anima, e la Berenson che interpreta il personaggio più "tenero" di tutti, mentre va lodato anche lo sforzo recitativo della regista nel ruolo di Manon. Anche la presenza di Sam Spruell e Geoffrey Carey in ruoli secondari, che in realtà servono solo a regalare qualche perla di saggezza, aiuta un po', ma non abbastanza da elevare il film ai ranghi di un eccellente film sulle riunioni di famiglia. Sebbene Isild Le Besco non sia una dilettante, Ma Famille chérie si presenta comunque come una sorta di progetto nato dalla vanità.

Ma Famille chérie è una produzione francese di Ava Studio con Tournellovision e Ici et là Productions.

(Tradotto dall'inglese)

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