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LOCARNO 2024 Fuori concorso

Recensione: La vita accanto

di 

- Marco Tullio Giordana ambienta nel ricco e conformista nordest italiano una drammatica storia di pregiudizi e ambiguità familiari riscattati dal talento musicale

Recensione: La vita accanto
Beatrice Barison e Sonia Bergamasco in La vita accanto

Un’esistenza celata, vissuta in solitudine, perché l’ipocrisia e il pregiudizio non risparmiano i diversi, e li marginalizzano. Quindi il riscatto attraverso l’arte, il talento, quello sì “mostruoso”, anche se le ferite non si rimarginano. Marco Tullio Giordana si è ispirato all’omonimo romanzo di successo del 2010 di Mariapia Veladiano per il suo nuovo film La vita accanto [+leggi anche:
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, presentato in anteprima fuori concorso al Festival di Locarno. Giordana, che proprio a Locarno vinse il Pardo d’Oro con la sua opera prima Maledetti vi amerò, ha ricevuto un Pardo Speciale alla carriera.

È stato Marco Bellocchio ad affidare a Giordana (e a produrre) questo progetto di cui aveva scritto con Gloria Malatesta una prima versione della sceneggiatura prima di rinunciarvi una decina d’anni fa. La storia è ambientata negli anni 80 e 90 nella ricca e conformista Vicenza. Entriamo nell’elegante palazzo affacciato sul fiume di una famiglia dell’alta borghesia. Osvaldo (Paolo Pierobon), un medico molto stimato in città, è sposato con Maria (Valentina Bellé) che mostra i segni di una grave depressione, accentuata dalla difficoltà ad avere figli. Finalmente resta incinta e mette al mondo Rebecca, ma la neonata ha una vistosa macchia rossa sul viso e questo provoca il rigetto da parte della madre, che non riesce nemmeno a prenderla in braccio e si isola sempre di più. Rebecca (Sara Ciocca, 10-12 anni; Beatrice Barison, 17-22) cresce in una gabbia dorata e anaffettiva (“si può amare e respingere assieme”), protetta dalla zia Erminia (Sonia Bergamasco), sorella gemella del padre, al riparo dai pettegolezzi e con una sola amicizia, l’estroversa Lucilla. Intrufolandosi nella stanza dei pianoforti della zia, Rebecca rivela presto un grande talento musicale. Erminia, raffinata concertista, diventa la sua insegnante e mentre la madre scivola via, la giovane donna trova la sua strada per esprimersi ed entrare nel mondo senza più timori, pur custodendo nel suo diario tutti gli interrogativi sui segreti della tormentata famiglia.

Si intravedono ne La vita accanto certe sottolineature drammatiche della scrittura iniziale di Bellocchio, con le sue ossessioni per le relazioni familiari e le ipocrisie della religione. Ma l’adattamento del testo da parte di Giordana “aggiusta” il suo sguardo, fa un discorso sul corpo, la fragilità umana e l’impossibilità di comunicare con un film sul non detto per il quale è stato molto importante la scelta e la direzione del cast. Il regista milanese, che da sempre stabilisce una profonda connessione con gli attori sul set, ha richiamato Sonia Bergamasco a vent’anni da La meglio gioventù [+leggi anche:
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, il suo capolavoro, per il quale le aveva chiesto di interpretare una pianista, per un personaggio di donna indipendente che respinge una vita fatta di consuetudini. L’unico personaggio maschile, è affidato a Paolo Pierobon che qui interpreta un uomo insondabile e imploso. Giordana dirige Valentina Bellé attraverso le sue ossessioni, la solitudine, il sentirsi messa da parte dal rapporto esclusivo che esiste tra suo marito e la sorella. Infine Beatrice Barison, giovane talento pianistico, concertista internazionale per la prima volta davanti alla macchina da presa, che dimostra di saper entrare con naturalezza nei panni della giovane protagonista. E che la musica sia importante nell’armonia del film lo dimostra la collaborazione del regista con il compositore Dario Marianelli, premio Oscar alla migliore colonna sonora nel 2008 per Espiazione [+leggi anche:
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La vita accanto è prodotto da Kavac Films, IBC Movie e One Art con Rai Cinema. Il film uscirà nelle sale italiane il 22 agosto con 01 Distribution. Le vendite internazionali sono curate da Intramovies.

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