email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LOCARNO 2024 Concorso

Recensione: Toxic

di 

- Il primo lungometraggio di Saulė Bliuvaitė, esplora le insicurezze dei giovani sull'immagine del proprio corpo tra sogni e realtà in una fatiscente città mineraria lituana

Recensione: Toxic
Ieva Rupeikaite (a sinistra) e Vesta Matulyte in Toxic

È raro che un film con una narrazione molto uniforme riesca a mantenere l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine. Con Toxic [+leggi anche:
trailer
intervista: Directors Talks @ European…
intervista: Saulė Bliuvaitė
scheda film
]
questo miracolo avviene, forse grazie ai ritratti genuini e ravvicinati di entrambe le protagoniste - ognuna delle quali è una narrazione a sé stante - e al crescente rapporto di affetto che le lega. Ciò che inizia come un'inimicizia impulsiva, come bestie che delimitano il loro territorio, si evolve e le rende inseparabili. Altrettanto sorprendente è il modo poetico del film di catturare i tentativi di sognare in un'epoca destinata al sogno, ma in un luogo privo di punti di partenza. Basato sulle esperienze adolescenziali personali dell'esordiente lituana Saulė Bliuvaitė, questo lungometraggio ha avuto la sua prima mondiale al Festival di Locarno,  e lei è diventata la più giovane regista a partecipare al Concorso Internazionale.

La tredicenne Marija (Vesta Matulytė), affidata a forza alla nonna in una remota campagna dalla madre, che non ha spazio per lei, è nuova a scuola. Viene presa in giro per la sua zoppia congenita e per il suo costume da bagno infantile e, come se non bastasse, qualcuno le ha rubato i jeans dallo spogliatoio della piscina. Questa scena d'apertura fa pensare a un conflitto basato sul bullismo, ma il vero bullo appare presto travestito da tentatore. Un'ambigua scuola di modelle è molto popolare tra le studentesse, che sono disposte a fare di tutto per soddisfare i folli criteri sul peso corporeo - saltare i pasti, indurre il vomito, ingerire uova di tenia - e per trovare il denaro necessario a pagare quella sessione fotografica obbligatoria che promette carriere a Parigi e New York. La ladra di jeans, Kristina (Ieva Rupeikaitė), viene truffata per partecipare al progetto e, nonostante il loro scontro iniziale, che include una scazzottata nel fango, Marija vede Kristina come uno spirito affine e si iscrive anche lei al corso di modella. La rassicurante responsabile del corso convince Marija che la sua andatura può essere corretta e, improvvisamente, la sua zoppia diventa meno pronunciata e per questo viene accettata nella comunità. Quando la madre viene inaspettatamente a riprenderla, Marija non vuole sentir ragioni: sente di appartenere già a questo luogo da cui tutti cercano di fuggire.

“Tossico” è una parola chiave nel vocabolario dei millennial e della Generazione Z, che sono statisticamente più inclini a problemi di salute mentale e autolesionismo, forse a causa dell'onnipresente e aggressivo panorama mediatico che influisce sulla loro immagine corporea e sull’autostima. Nata nel 1994, Bliuvaitė si trova a cavallo delle due generazioni, quindi la sua visione del problema è autentica, basata su esperienze dirette. Oltre al cibo, ai genitori, alla scuola e alle relazioni, la tossicità può derivare anche dal vuoto generale che ti circonda e dalla mancanza di prospettive di vita significative che, durante i fragili anni dell'adolescenza, possono essere facilmente sostituite da stimoli superficiali forniti da “benefattori” esterni (come l'agenzia di modelle in questione). Un ambiente che non riesce a motivare i giovani a sviluppare un mondo interiore arricchente avvelena automaticamente quello esteriore. La macchina da presa ha una particolare attenzione a registrare le frequenze emotive dei personaggi - non solo attraverso le loro interazioni, ma anche attraverso le loro silenziose turbolenze individuali – e la regista cattura intuitivamente le vibrazioni che non possono essere verbalizzate e che solo l'immaginario può trasmettere. Questo rende il film ipnoticamente cinematografico, nel senso più intimo del termine.

Toxic è prodotto dalla lituana Akis Bado. Le vendite internazionali sono curate dalla spagnola Bendita Film Sales.

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy