Recensione: Rita
- Per il suo debutto alla regia, l'attrice spagnola Paz Vega sceglie di raccontare una storia di abusi domestici dal punto di vista di una bambina

Il più grande merito del debutto alla regia dell’attrice spagnola Paz Vega, con il film Rita [+leggi anche:
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scheda film], è quello di aver saputo mantenere il pubblico immerso in una narrazione che, fino all'ultimo, sembra seguire una direzione precisa, per poi sorprendere tutti con una svolta completamente inaspettata. Presentato in Piazza Grande a Locarno, Rita potrebbe avere un futuro brillante nei festival, ottenere una distribuzione nei cinema dei paesi di lingua spagnola e finire infine in televisione in tutto il mondo, grazie al peso della stessa Paz Vega, qui impegnata in un quadruplo ruolo: sceneggiatrice, regista, attrice in un ruolo significativo e produttrice esecutiva.
La storia ruota intorno a Rita, una bambina di sette anni (interpretata dalla magnetica esordiente Sofía Allepuz), che vive a Siviglia con la sua famiglia: il padre José Manuel, un tassista (Roberto Álamo, visto in ruoli secondari in molti film spagnoli), la madre Mari, casalinga (interpretata dalla stessa Paz Vega), e il fratellino Lolo (Alejandro Escamilla). Siamo nel 1984, la primavera è inoltrata, e la nazionale di calcio spagnola sta ottenendo buoni risultati nel campionato europeo, preoccupazione principale del padre.
Nel frattempo, Rita trascorre gran parte del tempo giocando con il fratello o con il vicino di casa Nito (Daniel Navarro), oppure stando con la madre o con la vicina Chari (Paz de Alarcón) quando la madre deve uscire per commissioni o visitare la nonna malata. Attraverso gli occhi di Rita, che osserva con sensibilità e giocosità, emergono alcuni dettagli: il carattere irascibile e l'atteggiamento negativo del padre, specialmente verso la madre; la disperazione crescente di Mari, inizialmente silenziosa, ma via via più espressiva; le paure e gli attacchi di panico di Lolo ogni volta che i genitori litigano. Questi elementi suggeriscono che la casa non sia un luogo sicuro, soprattutto per la madre, e che Rita non stia crescendo in un ambiente fiabesco.
Sofía Allepuz è la scelta perfetta per il ruolo di Rita, grazie alla sua naturale energia che si traduce in una chimica immediata con i suoi partner, siano essi bambini o adulti. Álamo è eccellente nel celare la minaccia insita nel personaggio di José Manuel dietro la facciata malinconica tipica di un lavoratore, mentre Paz Vega offre una prova straordinaria nel ritrarre la tristezza di Mari, una donna incapace di sottrarsi alla propria sfortuna.
Oltre a dimostrare il suo indiscutibile talento recitativo, già apprezzato in oltre 70 ruoli precedenti, Paz Vega in Rita rivela anche una notevole abilità narrativa, sia come sceneggiatrice che come regista. La sua sceneggiatura è intelligente e ben gestita dalla direzione, che mostra un'acuta sensibilità visiva. Con l’aiuto della direttrice della fotografia Eva Díaz Iglesias, Vega utilizza semplici trucchi, come i movimenti di macchina fluidi e l'uso frequente di inquadrature dal basso per imitare la prospettiva di un bambino. Il montaggio di Ana Álvarez-Ossorio mantiene un ritmo moderato, mentre la colonna sonora di Pablo Cervantes, caratterizzata da pianoforte e orchestrazioni, accentua il sogno e la dolcezza tipici di un'infanzia spensierata.
Il risultato finale è simile a una raccolta di ricordi dettagliati ma sfumati, costruiti intorno a eventi che la piccola protagonista percepisce come episodi di bassa intensità. Tuttavia, i toni più cupi sono sempre suggeriti sottilmente, introdotti e amplificati gradualmente. Alla fine del film, queste allusioni convergono in un quadro impressionante e straziante di abusi, rendendo Rita un film scomodo, ma necessario, un grido d’allarme che non può essere ignorato.
Rita è una produzione spagnola di Áralan Films, Rita La Película e Oda Films con la partecipazione di Arte Sonora Estudios, Canal Sur, RTVE, M+ e Max. Filmax si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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