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FILM / RECENSIONI Belgio / Francia

Recensione: La Nuit se traine

di 

- Michiel Blanchart si appropria dei codici del thriller sociale con una gioia contagiosa e li applica alla sua città, Bruxelles, nel corso di una notte che non finisce mai

Recensione: La Nuit se traine
Jonathan Feltre in La Nuit se traine

Presentato come film d'apertura al Festival Nouvelles Vagues di Biarritz, dove ha vinto il premio del pubblico (leggi la news), La Nuit se traine [+leggi anche:
intervista: Michiel Blanchart
scheda film
]
, in sala in Francia il 28 agosto con Gaumont e in Belgio il 4 settembre con Lumière, è il primo lungometraggio di Michiel Blanchart, giovane e promettente regista belga su cui Hollywood ha già scommesso. Infatti, il suo ultimo cortometraggio, T'es morte Hélène, sviluppato nella residenza So Film de genre, premio per il miglior cortometraggio a Gérardmer e in shortlist per gli Oscar, ha attirato l'attenzione di Sam Raimi, che ne ha acquistato i diritti per un adattamento cinematografico americano, attualmente in lavorazione. È un eufemismo dire che eravamo curiosi di scoprire il primo lungometraggio del regista che, con uno stile completamente diverso ma sempre esplorando il genere, non delude.

Il film è incentrato sul turbolento destino di Mady (un sorprendente Jonathan Feltre). Studente di giorno, Mady è anche fabbro di notte. Discreto, diligente e determinato, cerca di non fare rumore, ben consapevole che, in quanto giovane nero, il suo profilo migliore è probabilmente quello basso. Mentre ripassa per gli esami, riceve una telefonata apparentemente normale da una giovane donna che ha perso le chiavi. Nonostante il nervosismo, decide di fidarsi di lei. È una decisione che lo proietta nel vortice di una notte infernale, costringendolo non solo a vestire i panni di un truffatore troppo grandi per lui, ma anche ad affrontare dilemmi morali che riveleranno la sua vera natura. Lungo la strada incontra una giovane donna misteriosa (Natacha Krief), un avversario sull'orlo del baratro (Jonas Bloquet), alcuni scagnozzi disonesti e un capo banda tanto spietato quanto comprensivo (Romain Duris, agghiacciante fino al midollo). Mentre lotta nel caos, la sua situazione trova un'eco inaspettata nella febbre che attanaglia la città quella notte.

Thriller urbano notturno che inizia quasi come un film sociale, dove la rivolta dei manifestanti di Black Lives Matter si abbatte sulle strade umide della città, La Nuit se traine assume rapidamente i tratti di un gangster movie, con la consueta dose di menzogne e manipolazioni, prima di trasformarsi in un film d'azione grazie ad alcune scene di lotta iperrealistiche e, soprattutto, a una manciata di inseguimenti all'ultimo respiro per le strade di Bruxelles. Pur rispettando la grammatica del genere, il film è arricchito non solo dal contenuto politico del contesto in cui Mady si muove (quale luogo più sicuro per un giovane nero che affronta la polizia se non una manifestazione di Black Lives Matter?), ma anche dal personaggio stesso di Mady, un eroe recalcitrante, o meglio un antieroe che si fa violenza per diventare violento e salvarsi la pelle.

La Nuit se traine è prodotto da Daylight Films (Belgio) e Formosa Productions (Francia), e da Quad Films (Francia).

(Tradotto dal francese)

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