Recensione: Israel Palestine on Swedish TV 1958-1989
- VENEZIA 2024: Il documentario di Göran Hugo Olsson è uno showreel di 200 minuti che scava nelle cause e negli effetti delle crisi politiche, militari e sociali che coinvolgono i due paesi

Dopo aver diretto The Black Power Mixtape 1967-1975 [+leggi anche:
trailer
scheda film] e Concerning Violence [+leggi anche:
trailer
scheda film], il regista svedese Göran Hugo Olsson decide di zoomare su oltre 30 anni di tragedia storica nel suo ultimo lavoro, Israel Palestine on Swedish TV 1958-1989 [+leggi anche:
intervista: Göran Hugo Olsson
scheda film]. Il documentario, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, vanta 200 minuti di filmati d'archivio che documentano l'ascesa dello Stato israeliano, intrecciati con la lotta palestinese per l'indipendenza. Tutte le principali crisi politiche, militari e sociali che hanno coinvolto i due Paesi sono state ripercorse attraverso gli ampi filmati girati dai reporter dell'emittente pubblica svedese SVT, costantemente presenti nella regione devastata dalla guerra.
Naturalmente sono presenti molti volti noti, appartenenti a entrambe le parti del decennale conflitto (e non solo), tra cui Yasser Arafat, Abba Eban, Golda Meir, Henry Kissinger, Olof Palme, David Ben-Gurion, Jimmy Carter, Anwar Sadat e Ariel Sharon. In particolare alcuni segmenti vedono queste figure di spicco partecipare a eventi storici. Ad esempio vediamo Golda Meir accogliere Anwar Sadat in Israele il 19 novembre 1977 (pochi anni dopo la guerra del 1973) e parlargli del difficile cammino verso la pace. Purtroppo oggi, nel 2024, un simile momento di riconciliazione sembra quasi fantascienza.
C'è poco da dire o da aggiungere quando si tratta di analizzare questo doc in termini puramente cinematografici. In sintesi, si tratta di un lungo showreel suddiviso in diversi capitoli, accompagnato da alcune informazioni contestuali di base visualizzate sullo schermo e brevemente introdotte dalla voce fuori campo piuttosto impersonale dell'attrice Pernilla August. Dato che parlare di Israele e Palestina oggi è più divisivo che mai, l'approccio di Olsson è probabilmente il migliore - e anche il più sicuro. I filmati sono mostrati con minimi ritocchi di montaggio e ogni segmento affronta un argomento specifico, tra cui la guerriglia araba, la Guerra dei Sei Giorni, la Guerra dello Yom Kippur e gli accordi di Camp David.
In particolare, una delle sequenze che più colpiscono riguarda il sindaco di Gaza Rashad Shawa e il vicesindaco di Gaza e sacerdote cattolico Audeh Rantisi. Rantisi parla degli accordi di Camp David come della "sepoltura" del caso della Palestina, in quanto "trattano il problema palestinese senza considerare il popolo palestinese". Shawa afferma che, nonostante i negoziati di pace, gli israeliani continuano a usare i bulldozer tra Rafah e Khan Yunis, progettando di costruire un nuovo insediamento invece di rimuoverne un altro nel Sinai, cosa che dovrebbero fare.
Questa parte mostra esattamente perché la pace non è mai stata raggiunta tra le due parti, anche quando una superpotenza globale funge da mediatore. Le persone, in ogni caso, non vengono considerate ed è quello che continuiamo a vedere oggi, sentendoci impotenti nonostante sappiamo bene cosa è successo prima e dopo il 7 ottobre 2023. È una verità banale ma scomoda che questo documento ci ricorda, mentre le voci inascoltate non riescono a cambiare le cose e altre rimangono in silenzio.
Israel Palestine on Swedish TV 1958-1989 è prodotto dalla svedese Story AB, in coproduzione con Film i Väst, la finlandese Tekele Productions e la danese Ström Pictures. Le vendite internazionali, esclusi i diritti nordamericani, sono gestite dalla società parigina Reservoir Docs.
(Tradotto dall'inglese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.