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VENEZIA 2024 Giornate degli Autori

Recensione: The Antique

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- VENEZIA 2024: Il secondo lungometraggio di Rusudan Glurijdze racconta l’incontro tra due generazioni e due popoli, sullo sfondo delle deportazioni di massa dei georgiani dalla Russia nel 2006

Recensione: The Antique
Sergey Dreiden e Salome Demuria in The Antique

“Vengo dalla Georgia”, dice Lado in inglese. “Georgia, Stati Uniti?”, gli chiede la sua interlocutrice. “Sì, Georgia, Stati Uniti”. Siamo a San Pietroburgo e tira una brutta aria per i georgiani rifugiati in Russia – non per quelli americani, ma per quelli provenienti dall’ex repubblica sovietica. Lado è uno di questi ultimi, e mente. All’inizio di The Antique [+leggi anche:
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di Rusudan Glurijdze, selezionato in concorso alle 21me Giornate degli Autori della Mostra di Venezia, lo vediamo varcare il confine a bordo di un furgone carico di mobili antichi, che trasferisce dalla Georgia alla Russia. Più tardi, lo vedremo destreggiarsi per le strade di San Pietroburgo per evitare di essere catturato dalla polizia russa ed essere rispedito nel suo Paese.  

Ispirato alla brutale e illegale deportazione di massa di migliaia di georgiani da parte del governo russo avvenuta nel 2006 (Vladimir Putin era al suo primo mandato come presidente), il secondo lungometraggio della regista georgiana (il suo House of Others [+leggi anche:
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ha vinto il Grand Prix a Karlovy Vary ed è stato il candidato georgiano all’Oscar 2017 per il miglior film straniero) doveva essere proiettato in questi giorni alla Mostra di Venezia, ma così non è stato: un provvedimento d’urgenza del Tribunale di Venezia ha accolto la contestazione mossa dai produttori di minoranza del film (tra cui la russa Viva Film) riguardo a una presunta violazione di copyright della sceneggiatura, e ne ha bloccato la diffusione. “Mi batterò fino all’ultimo perché il mio film non diventi un fantasma”, ha affermato la regista, “il mio popolo merita che qualcuno racconti la verità su ciò che è accaduto”. [Ndr: Pochi giorni dopo, una sentenza del Tribunale di Venezia ha autorizzato la proiezione del film, riconoscendo i diritti morali della regista.]

Parliamo quindi di The Antique. Il focus del film è essenzialmente umano: le speranze e le aspettative di chi lascia il proprio Paese, per motivi economici o per sfuggire a una guerra, e rischia di ritrovarsi violentemente rispedito a casa. Questa condizione di precarietà, e di necessità di doversi reinventare una vita, è incarnata soprattutto da Medea (Salome Demuria), che con Lado (Vladimir Daushvili) intrattiene una conflittuale relazione sentimentale. La donna entra in scena varcando la soglia della casa di Vadim (Sergey Dreiden), un anziano signore russo che sta cercando di vendere il suo grande appartamento nel centro di San Pietroburgo, pieno di oggetti d’antiquariato (“ogni volta che sono qui mi pare di stare all’Hermitage”, sintetizza l’agente immobiliare). Medea si è appena trasferita dalla Georgia e lavora come manager in un laboratorio di restauro. L’appartamento ha un prezzo incredibilmente basso: la condizione è convivere con il suo proprietario 82enne (“mi resteranno non più di cinque anni di vita”, assicura Vadim). A differenza di altri potenziali acquirenti, inorriditi all’idea di questa convivenza forzata, Medea decide di comprare subito.  

Il film racconta il rapporto che, dall’iniziale diffidenza, va istaurandosi tra il dispotico Vadim e la volitiva Medea, questa strana coppia che porta in scena due generazioni e due popoli diversi, e lo fa evitando facili sentimentalismi e invitando a una riflessione sulla memoria. C’è un oggetto in particolare, un vecchio armadio pieno di vecchie fotografie di Vadim e della sua famiglia, che avrà una seconda vita e risulterà determinante per Medea nello svolgersi degli eventi. Nel frattempo, Lado insegue Medea, frequenta la sua casa di nascosto da Vadim, irrequieto si aggira per le strade innevate della città. Le sirene della polizia si fanno sempre più frequenti e vicine, il cerchio si stringe. I georgiani cominciano a essere messi in fila, caricati su un aereo e Putin, alla radio, parla già di “operazioni speciali”. Alle sue parole, però, si sovrappongono quelle pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che nel 2019 ha condannato la Russia a un cospicuo risarcimento per le violenze perpetrate ai danni dei georgiani.

The Antique è prodotto da Cinetech (Georgia), Cinetrain (Svizzera), Whitepoint Digital (Finlandia), Basis Berlin Filmproduction (Germania). La francese MPM Premium cura le vendite internazionali.


Photogallery 29/08/2024: Venice 2024 - The Antique

6 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Rusudan Glurjidze
© 2024 Isabeau de Gennaro for Cineuropa @iisadege

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