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VENEZIA 2024 Concorso

Recensione: I’m Still Here

di 

- VENEZIA 2024: L'avvincente dramma familiare di Walter Salles si concentra sulla scomparsa e l'omicidio di un ex deputato e ingegnere civile, vissuti dalla coraggiosa moglie

Recensione: I’m Still Here
Fernanda Torres in I'm Still Here

È il tardo pomeriggio di una perfetta giornata di sole. Su una lunga spiaggia i bambini giocano, il mare è calmo, risuona la bossa nova  e una cena abbondante attende tutti. I ragazzi sembrano divertirsi, sognando di lasciare questo bel posto in cui vivono da 20 anni, ma a cui sono ancora legati. Questo scenario apparentemente idilliaco apre il nuovo film di Walter Salles, I’m Still Here [+leggi anche:
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scheda film
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, in concorso alla Mostra di Venezia. Siamo a Rio de Janeiro tra il 1970 e il 1971. Mentre la parte più ricca e istruita della società del Paese sembra non avere nulla di cui preoccuparsi finché si fa gli affari propri, c'è una maggioranza silenziosa che vive di stenti. Tuttavia, i primi, gli happy few, sono vittime della stretta della dittatura militare. Tutto è così fragile e le cose potrebbero cambiare da un momento all'altro, molto probabilmente in peggio.

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Questo è lo scenario del film, scritto da Murilo Hauser e Heitor Lorega, e al centro del quale ci sono una tragedia familiare e il coraggio di una donna. Un giorno l'ex deputato e ingegnere civile Rubens Paiva (Selton Mello) riceve la visita improvvisa di alcuni uomini che lo costringono a lasciare la sua casa e a recarsi in una caserma della polizia militare per rispondere ad "alcune domande". Rubens scompare e la polizia militare arresta la moglie Eunice (Fernanda Torres) e la figlia Eliana. Eliana viene rimandata a casa il giorno dopo e, insieme ai suoi quattro fratelli e alla loro domestica, aspetta notizie dei suoi genitori. Dopo diverso tempo - e dopo aver subito torture fisiche e psicologiche - Eunice viene rilasciata, ma questo è solo l'inizio di una spirale negativa e di una battaglia legale che inevitabilmente scuoterà l'intera famiglia.

Per questo film, Salles ha deciso di scommettere sulla Torres e sulla sua complessa interpretazione di Eunice. Una scelta molto riuscita, perché l'attrice riesce a interpretarla nel corso di 25 anni con grande profondità, fornendo una performance altamente credibile. La sua forza di volontà e i suoi sbalzi d'umore, dovuti allo stress e al suo nuovo ruolo di capofamiglia, sono probabilmente alcuni dei tratti chiave della personalità del personaggio.

Nel corso del film si ha la percezione di come si viveva sotto la dittatura, anche nelle poche scene non direttamente collegate alla scomparsa di Paiva: in una di queste, ad esempio, un'allegra corsa in auto si trasforma in un breve incubo quando al guidatore e ai passeggeri viene chiesto di sottoporsi a un semplice controllo che poi diventa una perquisizione.

Le dittature e i tiranni non sono una cosa del passato, il che rende I'm Still Here un'opera molto attuale. Ci ricorda perché la libertà non dovrebbe mai essere data per scontata, e lo fa senza cadere in trappole retoriche.

La scelta meno convincente è forse la presenza di un "doppio" finale: il primo ambientato nel 1996, il secondo nel 2014. Sebbene entrambe le sequenze siano messe in scena bene e aggiungano qualcosa di significativo alla storia dei Paiva, quella del 2014 avrebbe potuto funzionare altrettanto bene con un testo sullo schermo.

Detto questo, I'm Still Here è un solido dramma familiare che fa luce su una pagina vergognosa della storia brasiliana. La sua estetica accurata - i cui punti di forza sono la superba fotografia di Adrian Teijido e l'azzeccata colonna sonora di Warren Ellis - e la sua protagonista senza peli sulla lingua lo rendono un’opera cinematografica potente.

I'm Still Here è prodotto dalle società brasiliane VideoFilmes e RT Features insieme alla francese MACT Productions. Goodfellas  si occupa delle vendite mondiali del film.

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(Tradotto dall'inglese)

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