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VENEZIA 2024 Orizzonti

Recensione: The New Year That Never Came

di 

- VENEZIA 2024: Il primo lungometraggio di Bogdan Mureşanu si addentra nell'atmosfera soffocante della Romania del dicembre 1989

Recensione: The New Year That Never Came
Nicoleta Hâncu in The New Year That Never Came

Per chi come noi aveva solo nove anni quando la Rivoluzione del 1989 cambiò per sempre la Romania, guardare The New Year That Never Came di Bogdan Mureşanu, in concorso a Venezia Orizzonti, è un'esperienza strana: ci si sente allo stesso tempo molto vicini e molto lontani, e tornano alla mente ricordi spiacevoli dei giorni in cui alle persone non era permesso di vivere appieno la propria vita, eppure tenendosi a distanza, come se si guardasse un'installazione artistica su una prigione da cui si è evasi decenni fa.

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The New Year That Never Came nasce dal fenomenale successo del cortometraggio The Christmas Gift (2018) di Mureşanu, vincitore del primo premio a Clermont-Ferrand e probabilmente il più apprezzato cortometraggio rumeno mai realizzato. Un padre (Adrian Văncică) scopre che il figlio piccolo ha inviato una lettera a Babbo Natale, in cui esprime il desiderio che "lo zio Nick muoia" come regalo di Natale per il padre, essendo "zio Nick" il soprannome che l'intero Paese dava all'onnipotente dittatore Nicolae Ceauşescu. A questa storia il regista ne aggiunge altre cinque, tutte ambientate nell'arco di 24 ore il giorno del 20 dicembre 1989, quando la Romania è in fibrillazione mentre si diffondono voci su scontri tra civili e autorità che hanno causato molti morti nella città di Timişoara solo pochi giorni prima.

È un eccellente punto di osservazione (temporale) per studiare personaggi sull'orlo dell'abisso. Ciò che fanno potrebbe portare i loro destini a essere schiacciati dal regime comunista, eppure la salvezza potrebbe essere in agguato dietro l'angolo, mentre l'onda della Storia si abbatte su Bucarest. Forse la storia più rivelatrice e toccante è quella di un'attrice, Florina (Nicoleta Hâncu), scelta per sostituire un'altra attrice appena fuggita dal Paese, in un omaggio televisivo ai Ceauşescu che sarà trasmesso dal canale televisivo nazionale la notte di Capodanno. Florina è distrutta dall'idea che l'intero Paese la vedrà declamare un'ode agli aborriti dittatori, che la trasformerà immediatamente in un paria nella sua piccola comunità di artisti dal pensiero liberale. È impossibile non immaginarsi nei suoi panni, la sua storia si svolge come un thriller in cui la vittima non è una persona, ma le convinzioni più intime e l'autostima stessa di Florina.

Mureşanu infarcisce la sua sceneggiatura di una pletora di momenti assurdi, che potrebbero indurre alcuni spettatori, meno inclini a riflettere su come la "grande storia" abbia l'abitudine di schiacciare le storie personali nei Paesi totalitari, a pensare a questo film come a una commedia, ma il punto di forza principale  è l'atmosfera generale rarefatta. Aiutato da un'eccellente scenografia, il regista riesce a ricreare quella Romania del passato in cui i cittadini si ritiravano nei loro minuscoli appartamenti, freddi e soffocanti allo stesso tempo, dove almeno avevano il conforto di essere finalmente onesti con se stessi e di avere la loro dose di verità e libertà ascoltando tranquillamente Radio Free Europe.

Anche se a volte i dialoghi sono goffi ed eccessivamente esplicativi, The New Year That Never Came è un potente esempio di come il cinema possa diventare una macchina del tempo che ci teletrasporta in una certa epoca, riportandoci al sicuro proprio mentre i problemi di quel periodo penetrano nella nostra stessa anima. La scena in cui Mureşanu suggerisce che i disordini che portarono alla fuga dei Ceauşescu furono causati da alcuni petardi, sarà certamente contestato dagli storici e dagli spettatori, ma i punti di forza del film avranno il sopravvento sulle polemiche.

The New Year That Never Came è stato prodotto dalla rumena Kinotopia (Romania) e coprodotto dalla serba All Inclusive Films. Cercamon si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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